Il colpo di mano felpato di Di Maio
di Rosy Ciardullo---26-02-2018
Appare singolare la forzatura tentata da Di Maio, premier dei pentastellati, di volersi recare dal Capo dello Stato Mattarella per proporre la futura squadra di governo (squadristi?), qualora i 5stelle risultassero primo partito. Se si considera il contesto in cui accadono i fatti, è evidente che non c'è niente di casuale in tale azione, se non l'intendo di un'alterazione costituzionale voluta, con l'obiettivo ossessivo di andare al potere ad ogni costo. Si è trattato di un vero sgarbo istituzionale che tradisce paura e insicurezza ma anche tracotanza, per cui giocare d'anticipo può sembrare la mossa migliore. Viene da pensare che per Di Maio il voto sia un optional e che basti presentarsi dal Presidente con la lista della futura squadra di governo per ottenere garanzie e incarichi. Forse ha scambiato il Quirinale con la sede della Casaleggio, dove si stabiliscono strategie e definiscono nomine nelle segrete stanze. Non pare che il delicato compito svolto, in questi anni, di Vice Presidente della Camera l'abbia reso permeabile alle logiche della democrazia parlamentare e dato dimestichezza col funzionamento delle istituzioni democratiche.

Quando la realtà supera la fantasia
E' anche vero che spesso la realtà supera la fantasia soprattutto riguardo ad eventi devastanti come la possibile vittoria dei 5stelle per la vita del Paese, ma un'operazione così maldestra a livello istituzionale, a ridosso del voto, risulta quanto meno incredibile, oltre che inquietante. Al Quirinale, Di Maio è stato ricevuto dal segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, a cui ha comunicato che avrebbe dovuto consegnare la lista dei ministri al Presidente. Un modo di agire irrituale visto che la formazione del governo è materia di esclusiva competenza del Capo dello Stato, come recita l'art.92 ldella Costituzione. Naturalmente, il Presidente per motivi di opportunità politica e correttezza istituzionale non si è fatto trovare. Forse impegnato volutamente altrove.

Le chicche uscite dal cilindro di Di Maio
Per perorare la causa della sua andata al governo, il premier dei 5stelle ha in serbo alcune novità che, a suo dire, potrebbero essere di gradimento anche al Presidente della Repubblica. La sorpresa starebbe nella creazione del Ministero della famiglia e dei bambini e del Ministero della Meritocrazia (che faccia..si potrebbe dire!). Inoltre, un nutrito gruppo di donne dovrebbero occupare posti chiave (chi sono?) nelle varie istituzioni. Entro il 2 marzo, a scaglioni, saranno resi noti i nomi dei candidati della ipotetica squadra di governo.

L' Europa ci guarda
Nelle cancellerie europee intanto e nei mercati comincia a manifestarsi, a pelle, un certo nervosismo. Soprattutto di Francia e Germania. Il presidente della Commissione europea, Juncker, che ha prospettato scenari di instabilità (nel caso di vittoria delle forze sovraniste), deleteri sia per la nostra economia che per quella europea, è stato accusato di ingerenza. L'incidente ha richiesto l'intervento del Presidente del Consiglio Gentiloni. Lo spread, (il differenziale di rendimento tra titoli di stato tedeschi e italiani, a dieci anni) circa 140 punti, ha ripreso a salire. Intanto, l'incertezza del risultato del voto ha già prodotto qualche danno. Ad esempio , è sfumata la possibilità di ottenere che l'Ema (Agenzia del farmaco) venga trasferita a Milano e non ad Amsterdam come pare sia accaduto. Almeno per il momento.