Ho dda passa’ a nuttata
di Alberto Galanti---26-02-2018
Domenica 4 marzo so già che la mia sveglia suonerà alle 6 del mattino. Mi alzerò e mi preparerò una cuccuma di caffè decaffeinato. Poi preparerò una moka di caffè normale per portarne una tazza fumante a mia moglie non appena si sarà svegliata. Non c'è pericolo che la mia sveglia svegli anche lei perché, dato che russo come un trombone, porta da sempre dei tappi di cera nelle orecchie. Quando sarà pronta per uscire andremo a votare nella scuola media di via Luigi Rizzo, dove mia figlia e io prendemmo la licenza media. Un’occhiata ai membri del seggio per vedere chi schiuderà la mia scheda e poi, ripresa la carta di identità uscirò deciso a non pensare più a niente. Farò una lunghissima passeggiata per cominciare a stancarmi bene. Con gli auricolari ascolterò una compilation che va dalla Callas a Jacques Brel passando per Battiato e De André. Purtroppo so che, come un drogato a rota, cercherò di sapere, un microsecondo dopo che è stato diffuso, il dato dell’affluenza alle 12.00. A pranzo mi abbufferò ma non farò la pennichella né berrò caffè normale. Lascerò il sonno per la sera. Prima della dose di affluenza delle 19.00, andremo al cinema e poi, a cena, un piatto leggero con due bicchieri di Tavernello (un vino Tzé Tzé). Un po’ di televisione e quando arriveranno le 23, conto di dormire profondamente. Di maratone torcibudella non ne voglio neanche sentir parlare. Ho 70 anni, da 55 mangio pane e politica, da 5 pane e veleno. Il 4 marzo già lo so: ho dda passa’ a nuttata.