Ci sarebbe l'epistocrazia, ma..
di Alberto Galanti---20-03-2018
Il quotidiano cartaceo che preferisco è Il Foglio diretto da Claudio Cerasa. Ho mollato La Repubblica dal tempo della campagna referendaria culminata il 4 dicembre 1799 con la sconfitta dei riformatori ad opera dei lazzari guidati dal cardinale Zagrebelsky.
Il Foglio attualmente spande un’aria di destra illuminata, balsamica per la depressione che assale noi democratici quando, istintivamente portati a lanciare il cuore oltre l’ostacolo, lo vediamo ruzzolare in un pantano.
Dove mai avrei potuto leggere parole come queste: “… in attesa delle correzioni epistocratiche della democrazia”, che concludono un’intervista a Sabino Cassese dal titolo: Governanti & Governati - Il problema della democrazia rappresentativa.”?
Per chi come me è uscito dalla scuola del sottoproletariato urbano, non avendo dalla sua gli studi classici che consentono di arrivare etimologicamente al significato dei termini, non c’è che Google.
La ricerca di “epistocrazia” è stata molto fruttuosa. Mi ripropongo di leggere tutto quello che ho trovato delle sue implicazioni con la rappresentanza. Intanto vi allego l’intervista di Cassese e vi linko il collegamento al primo documento che Google mi ha fornito e che ho trovato molto interessante.
Sabino_Cassese_IlFoglio.pdf