Proposte per migliorare la normativa sui CPIA
di Lucia Fattori---22-04-2018
Ecco il documento integrale sui Centri Provinciali Istruzione degli Adulti (CPIA) a cui avevano fatto riferimento alcuni degli intervenuti al dibattito 'La scuola si interroga', svolto lo scorso 16 aprile.

I CPIA, pur essendo tra i primi, pur nelle sue varie trasformazioni, ad occuparsi dell’integrazione (non solo linguistica) e dell’accoglienza dei migranti, negli ultimi anni sembra vengano sistematicamente ignorati nei tavoli e nelle reti dove si affrontano questi argomenti.
Questo, unito ad una loro scarsa conoscenza da parte degli esperti della materia, ha fatto nascere recentemente nuove direttive nazionali dove i CPIA sono stati costantemente sottovalutati e ignorati (fatto salvo l’accordo Ministero Interni – MIUR per i patti d’integrazione), nonostante le loro esperienze sul campo e il fondamentale assunto che già i CTP siano stati, negli ultimi decenni, il punto di riferimento stabile di tutti coloro che desideravano entrare o rientrare nel sistema educativo e di formazione dell’età adulta.
Già in quello sconvolgimento semantico da EDUCAZIONE degli Adulti a ISTRUZIONE degli Adulti è evidente una retrocessione e uno schiacciamento del sistema di Apprendimento Permanente degli Adulti verso un modello di scuola “della mattina” che già molti, gli stessi Governi che si sono succeduti, hanno ritenuto non idoneo ai cambiamenti in opera nel Paese.
Un Paese che necessita di un fondamentale innalzamento delle competenze alfabetiche, linguistiche, informatiche, culturali e di cittadinanza, insomma di un potenziamento delle competenze chiave per l’Apprendimento Permanente sì che un cittadino, qualsiasi cittadino,possa trovare non solo un degno inserimento nel mondo del lavoro e della comunità in cui vive, ma anche un livello di consapevolezza culturale e critica che gli permetta di muoversi meglio nel – e di comprendere meglio il – mondo.
A fronte di tali bisogni, la risposta data con il DPR 263 del 2012 non ha raggiunto il suo scopo ed è necessario che la stessa normativa debba essere migliorata, soprattutto riguardo alcuni punti, da noi ritenuti importanti. Bisognerà quindi:

1) dare la possibilità, le attrezzature e soprattutto le figure (interne) necessarie per rendere i CPIA realmente delle reti territoriali che abbiano rapporti paritetici con gli altri Enti e le Agenzie formative del territorio e che coordino tali rapporti, sia a livello locale, sia nazionale. Per far questo, bisognerà quindi garantire delle sedi stabili ed efficienti e non quei “subaffitti” o quelle coabitazioni coatte nelle quali i CPIA si trovano ad operare. Anche i Centri Sociali, in fondo, hanno meritato, negli anni, strutture più stabili.

2) Dotare i CPIA di un organico funzionale con priorità per i docenti con titoli in campo EdA e qualificazione del personale che sceglie di lavorare nel settore. Mentre ora non è prevista una formazione specifica per i docenti dei CPIA, né la creazione di figure professionali di sistema dedicate a questo segmento della formazione ed educazione degli Adulti.

3) Creare quindi quelle essenziali figure professionali di sistema (per accoglienza e orientamento, riconoscimento crediti, rapporti con le Reti istituzionali di AP e gestione progetti EU) per lo sviluppo delle attività. Questo vale anche per il personale ATA, sempre più spesso con qualificazioni molto differenti e superioria quelle un tempo necessarie e quindi anche perfettamente in grado di affrontare compiti diversi da quelli soliti.

4) Ridare ai CPIA quei compiti formativi che la storia del sindacalismo e i governi gli hanno attribuito gradualmente, almeno dalla legge Credaro del 1911. Adeguare così la struttura organizzativa e didattica con percorsi basati sull’apprendimento per competenze e su metodologie didattiche EdA in termini di programmazione, insegnamento, valutazione, accertamento dei crediti, in modo che i riferimenti riguardanti la didattica, le valutazioni e gli esami non rimandino alla normativa scolastica in atto, modellata sulla scuola del “mattino”, senza nessuna specificità per l’utenza dei Centri. È assolutamente indispensabile, quindi, aggiungere una o due stringhe alla pagina del SIDI, dal titolo: “Ampliamento dell’Offerta Formativa”. Saranno questi elementi che contribuiranno quindi a produrre organico.

5) Ristrutturare il quadro orario dei docenti, nonché i tempi annuali lavorativi, secondo i bisogni, le esigenze e la domanda degli Adulti e differenziare la struttura didattico-organizzativa da quella che norma le scuole dei ragazzi di mattina, senza alcun rispetto dell’utenza adulta;

6) Creare un sistema EdA coerente che saldi strettamente fra di loro i percorsi per il conseguimento dei titoli formali di scuola secondaria inferiore e superiore, che attraverso progetti didattico-organizzativi specifici possano rispondere adeguatamente alle reali esigenze dell’utenza di riferimento, e che tali percorsi, già detti serali, diventino percorsi in capo ai CPIA.

7) Offrire ai cittadini percorsi di istruzione e formazione per l’acquisizione di competenze base per la cittadinanza attiva, per aggiornare le competenze per il mondo del lavoro, per favorire l’integrazione dei migranti presenti sul territorio, contemplando l’iscrizione di chi sente il bisogno di rientrare in formazione a qualsiasi titolo (non limitandosi al conseguimento del titolo di licenza media e dell’apprendimento dell’Italiano L2).

8) Informatizzare la modulistica e al tempo stesso dotare docenti e personale ATA di strumenti in grado di gestirla.