i nuovi negazionisti
di Rosy Ciardullo---19-09-2018
E' da molti mesi che ascoltando gli opinion maker onnipresenti nei media mi capita di stupirmi per alcune dichiarazioni che non trovano riscontro alcuno nel processo politico culturale in corso nel paese. Mi pare anzi che l'evidenza sia contraria. Mi riferisco a quelle frasi: “ non c'è nulla che prefiguri il rischio di un sistema autoritario”, “non ci sono campanelli d'allarme”, “non c'è opposizione in Italia, la sinistra è finita”, “non si è mai svolto un adeguato approfondimento sul risultato del voto del 4 maggio”, “c'è il bisogno immediato di un Congresso”.
Personalmente ritengo più gravi le affermazioni di tali nuovi negazionisti, che si pronunciano forse per auto-rassicurazione o per covenienza (concordo completamente con Renzi) che la veemenza cialtrona di coloro che ci attaccano a testa bassa. Un lento processo di “normalizzazione” sta attraversando il paese con l' obiettivo di fare passare per normali cose che normali non sono. La propaganda è una strategia a lunga gittata . Uno strumento che tritura le coscienze per abitudine a determinati contenuti o per opportunismo.
Eppure ci sono numerosi esempi di fatti che dovrebbero destare maggiormente l'attenzione delle coscienze democratiche del paese, come:
gli attacchi alla libertà di stampa che hanno provocato prontamente l'intervento del Presidente della Repubblica e prima ancora la richiesta di impeachment avanzata da Di Maio la sera del 27 maggio scorso; gli episodi squadristi nelle scuole e le scritte sui muri; il sequestro della nave Diciotti; le aggressioni ai migranti; il dietrofront immotivato a Trieste sulla mostra sulle leggi razziali del 1938; le dichiarazioni del leghista Pillon sull' eliminazione dell'assegno divorzile; la questione dei vaccini; il linguaggio anacronistico e aggressivo di Salvini che inneggia, anche nelle sedi europee, a tutto l'armamentario fascista degli Anni'30. E' tutto un quadro che arretra .
Perfino all'estero , prima il francese Moscovici, poi il ministro lussemburghese Jean Asselborn si sono sentiti in dovere di rispondere alle provocazioni inqualificabili di Salvini contro l'Europa e la democrazia.
I contrappesi di una democrazia matura costituitisi nel tempo, ancora resistono e si impongono , ma fino a quando, mi chiedo. Il manganello mediatico continua a colpire per diffondere odio e indirizzare insulti personali agli avversari politici. La stretta collaborazione tra rete, progetto politico e social network per veicolare i contenuti, è un unico grumo che dà origine a sofisticate campagne di disinformazione . Internet aumenta le opportunità di conoscenza in generale ed è un dono per per chi è abituato alla ricerca ma si traduce in un strumento formidabile di condizionamenti a favore di gruppi di potere e governi che vogliono un incontro diretto con la gente.
L'opposizione esiste e insieme il PD, anche se divisa e litigiosa, ma ha le armi spuntate per un'incapacità quasi strutturale a mettere insieme i pezzi dopo gravi scontri e delegittimazioni reciproche che si sono consumate all'interno in questi anni. La sbandierata necessità di chiedere una riflessione sui risultati del voto del 4 maggio e la incessante richiesta di un Congresso subito appare più come l'inseguimento dall'araba fenicia che la possibilità reale di trovare risposte politiche.
L'affermazione dei Kennedy, Obama , Clinton, Merkel, Tzipras non proviene da approfondimenti e riflessioni. La leadership si propone con la forza delle idee, la comprensione dei fermenti e una visione. E una capacità di sintesi per stabilire un contatto diretto con la gente. Ma anche il sostegno di un movimento o di un partito coeso alle spalle.