Noi carbonari della sinistra riformista
di Giuseppe Izzo---20-09-2018
La farsa tragicomica delle cene raffinate e delle controcene in pizzeria con quattro figuranti certifica la crisi drammatica del PD trascinata nel gorgo di una “cupio dissolvi” da una classe dirigente irresponsabile e autoreferenziale. In un momento così difficile per il nostro paese e per il nostro continente chiamati a dare risposte a problemi epocali (immigrazione, nuove identità di lavoro, modelli di sviluppo innovativi) si lascia a Lega e 5 Stelle la delega incontrastata del governo del paese.
Il mero esercizio del potere di cacicchi di tessere (sempre più ridotte, peraltro), dei sensi di rivalsa, di sprovvedutezza politica prevalgono e annullano una qualsiasi proposta alternativa a quella confusa e improbabile giallo-verde. Il legittimo disorientamento post elettorale non può tramutarsi in uno scontro fra clan, in attesa della ennesima resa dei conti che dovrebbe consumarsi in un congresso i cui contorni appaiono confusi e che vede, ad ora, un competitor che ha un sapore antico e perdente.
L’iniziativa di Calenda, di cui condivido tutto, è apparsa improvvida e dà conto dell’approssimazione politica che ancora lo contraddistingue.
In questo triste appannamento del PD che abbiamo conosciuto in questi anni, fondamentale appare il ruolo di iscritti, simpatizzanti, democratici e di quanti, a vario titolo hanno a cuore le sorti del nostro paese, nel creare centri di aggregazione e di elaborazione progettuale fra loro interconnessi, capaci di mobilitare persone ed idee in un network condiviso di proposte politiche. Una sorta di nebulosa planetaria, sorta dalla implosione di una stella che raccolga i suoi resti, li aggrega con un paziente lavoro di ricucitura per dare origine a nuovo astro.
Sarà un lavoro paziente fatto di incontri, dibattiti, confronti nel chiuso di stanze disadorne, di anticamere di piccoli teatri, fra amici in pizzeria.
Raduni carbonari in preparazione del risorgimento della sinistra riformista.