Lettera aperta ai candidati a segretario del PD
di Alberto Galanti---23-11-2018
Cari candidati,
sono un semplice elettore del PD e vorrei rimanerlo, se me lo permetterete.
Siete in 6 .. finora. Se avete a cuore l’interesse del partito che dite di voler rappresentare e guidare, ognuno di voi non vorrà che, all’indomani del congresso, si ricominci con le guerre interne. Non vorrete neanche che iscritti ed elettori scelgano uno di voi, solo in contrapposizione agli altri. Secondo me c’è un modo di dimostrare con i fatti che la parola “unità”, “democrazia interna”, “maggioranza” e “minoranza” non restino indefinite o peggio, vuote di significato. Ritiratevi insieme in un posto che ingentilisca l’animo e favorisca, in ognuno di voi, la concentrazione e la capacità di ascolto e di sintesi. Cominciate con lo scrivere, evitando ambiguità, tutto quello su cui vi trovate d’accordo. Individuate insieme una base comune di linea politica per il PD che possa diventare il nucleo centrale da cui partire sia per un programma di governo, sia per una seria, coerente e non schizofrenica, opposizione.

Immaginiamo ora che questo nucleo centrale di base si componga di 10 capitoli scritti indicando numeri inequivocabili al posto di aggettivi generici. Faccio solo tre esempi per rendere chiaro cosa intendo:
- non dovrete scrivere “un salario minimo giusto” ma (se sarete d’accordo) “un salario minimo di X euro”;
- non dovrete scrivere “un efficiente soluzione per lo smaltimento dei rifiuti” ma (se sarete d’accordo) “per lo smaltimento dei rifiuti proponiamo la costruzione di XX termovalorizzatori di nuova tecnologia in queste località (elencate) i cui abitanti riceveranno bollette elettriche ridotte del XX,X% e le emissioni tossiche per la produzione di energia caleranno del X,X%”;
- non dovrete scrivere “Vogliamo batterci per un’Europa più giusta e coesa” ma (se sarete d’accordo) “Vogliamo batterci per un bilancio unico dell’Unione europea con un unico ministro dell’Economia e delle Finanze.”

Scritti i capitoli base, a fianco di ciascuno di essi, ognuno di voi scriverà gli “emendamenti” che ritiene necessari per rendere, a suo avviso, più forte e definito il contenuto di quel testo comune.
A quel punto sarà chiaro a tutti cosa vi unisce e cosa vi divide. Nei congressi gli iscritti, oltre a scegliere uno di voi, avranno delle tesi con degli emendamenti da approvare col voto. Potrebbero anche, se ne avranno la forza, introdurre nuovi emendamenti da sottoporre al voto.
In questo modo, alla fine del congresso ci sarà un segretario eletto e una proposta politica compiuta che il segretario e gli ex candidati dovranno unanimemente sostenere.
Questo è il mio suggerimento. Comunque se, invece di Segretario nazionale, volete farvi eleggere “Mister PD 2019”, non sarò certo io a impedirvelo.
Fraterni saluti
Alberto Galanti