Gregorio non è più un gregario
di Alberto Galanti---31-12-2018
Il Tenente di Vascello Gregorio De Falco al momento di accettare la candidatura in quel movimento di cialtroni pericolosi sapeva bene con chi si andava a mettere. Chi si credeva di essere? Pensava forse che la sua 'autorevolezza' l'avrebbe messo al riparo da quei provvedimenti che erano stati da sempre minacciati dai grillini? Non si dimentichi che la sua popolarità era dovuta solo a un'intercettazione nella quale, come era normale e giusto, in un linguaggio pittoresco, intimava a un pavido vanesio di fare il suo dovere di comandante di una nave naufragata. Alla stampa italiana questo era sembrato così straordinariamente eroico che deve aver finito per crederci anche lui.
E' duro per De Falco scoprire adesso che è uno che vale uno zero, come tutti i peones pentastellati. Quando comincerà a realizzare meglio la dinamica di cui è vittima, si renderà conto dell'abisso culturale, professionale e morale che lo separa da Luigi Di Maio, il ministro ridens.
Tuttavia, a differenza di altri che si sono affrettati a mettere il cappello sull'imbarazzante vicenda, io ora non sento nessuna solidarietà per De Falco. Che resti a bordo, c***o! Dove sta anche quella ciurma che lo schiferà quando passa.