Insegnare non è riempire un secchio, ma accendere un fuoco
di Carlo Mari---14-01-2019
Proposta operativa nata nella riunione in Associazione di lunedì 7 gennaio: leggere le sei mozioni dei candidati alla Segreteria PD, individuando di volta in volta un tema ed analizzarlo in forma comparata fra le mozioni stesse.
Bene. Ho provato a farlo, scegliendo intanto un tema a me particolarmente caro, per esperienza professionale, ma anche perché a mio avviso assolutamente strategico, per il presente e per il futuro del paese: la scuola.
Risultato della disamina? Certamente non scientifico, per carità, ma spero sufficientemente indicativo del ruolo che questo tema riveste nel dibattito congressuale.
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1) “La scuola è un settore fondamentale, cui dare grande attenzione” (comunque sparito l’aggettivo “prioritario”, molto in voga una volta; il che già la dice lunga, in proposito).
Il concetto è presente nelle mozioni Zingaretti, Martina, Saladino, Giachetti, Boccia. Non presente nella mozione Corallo. Presente ovviamente anche nei programmi politici - con identica espressione - dei governi De Gasperi, Rumor, Leone, Andreotti, Fanfani, Colombo, Goria, Forlani, De Mita, Spadolini, Craxi, Berlusconi, Prodi ecc. ecc.; lo hanno detto anche Francesco Crispi, Agostino Depretis, Dante Alighieri, Lorenzo il Magnifico, Pio IX, Ludovico il Moro, Aldo Moro, ecc. (insomma, per fare qualche esempio).

2) “Il sistema scolastico deve essere affrontato con una politica nuova”.
Affermazione presente nelle mozioni Zingaretti, Martina, Giachetti, Boccia, Saladino. Non presente nella mozione Corallo. Qualche dettaglio che chiarisca il concetto? Assente in tutte le mozioni.

3) “Lo stipendio degli insegnanti deve essere aumentato”.
Affermazione presente nelle mozioni Zingaretti, Martina, Giachetti, Boccia, Saladino; non presente nella mozione Corallo. Qualche specifica in più su questa affermazione? Quali parametri di riferimento, verso quale modello europeo a titolo di esempio, quale collegamento fra retribuzione e organizzazione del lavoro, fra retribuzione e valutazione, fra retribuzione e formazione iniziale ed in itinere? Assente in tutte le mozioni, tranne in quella di Boccia che specifica: retribuzione docenti equiparata a quella dei dirigenti pubblici.

4) “Investire nella edilizia scolastica”.
Affermazione presente con sfumature varie in tutte le mozioni, tranne quella Corallo. Spazio medio dedicato al concetto: una frase con soggetto, predicato verbale ed un complemento indiretto (chi fa riferimento, con singola parola, soprattutto alla sicurezza, chi alla qualità energetica, chi alla funzionalità didattica). Giachetti segnala che i Governi Renzi/Gentiloni ci hanno investito. Per gli altri candidati la cosa resta subliminale. Comunque assente ogni tentativo di rivendicarlo come un merito di quei due governi guidati dallo stesso PD. Dove la discontinuità fa premio su ogni anche sfumata idea di continuità. Elettoralmente non paga. Neppure un fatto oggettivo, numeri alla mano.

5) “Il personale docente, dirigente e non docente, va adeguatamente e modernamente formato, in ingresso ed in itinere”.
Affermazione presente nella mozione Martina (sempre investendoci un soggetto, un predicato verbale, un complemento oggetto). Assente nelle altre mozioni.

6) “Bisogna investire nel diritto allo studio”.
Concetto presente nelle mozioni Zingaretti, Martina, Giachetti, Saladino, Boccia. Assente nella mozione Corallo. Qualche precisazione di dettaglio? Assente, tranne nella mozione Boccia che specifica che tutto il percorso dello studente deve essere a totale carico dello Stato. Statalismo totale, in tal senso. Condivisibile? Forti dubbi. Comunque dettaglia una proposta.
Né i candidati più accreditati ci fanno mancare la frase pass-partout, sulla dispersione scolastica da ridurre. Per carità, vera, ma disarmante nella sua genericità (qualche dato statistico Boccia lo inserisce) e soprattutto mantra dominante (ed evidentemente sterile, se continuiamo ad avere il problema) in tutte le dichiarazioni di politica scolastica degli ultimi 94 ministri della istruzione.

7) Organizzazione della didattica.
Il che poi è la sostanza del tema (riordino dei cicli, articolazione del curriculum, impianto disciplinare; finalità e obiettivi formative/i ecc.): tema assente.
Organizzazione di sistema? Organici, reclutamento, mobilità, autonomia, ruolo dirigenziale e leadership educativa? Nulla. Valutazione di sistema e valutazione del personale? Nulla. Solo un cenno nelle varie mozioni, (tranne Corallo) alla autonomia da preservare: ma quale, come, con quali poteri e con quali interazioni con altri soggetti istituzionali, anche in tema di organici? Nulla.

8) Attenzione per la fascia 0-3 e per lo sviluppo del sistema asili?
Qualche accenno nelle mozioni, tranne la Corallo; asilo per tutti. Ma è affermazione di principio che parte da Pericle e arriva a Zingaretti, e persino al Ministro Bussetti. Ma se non la si declina in termini progettuali, operativi, finanziari, di organici e di edilizia, di rapporto pubblico/privato ecc.,,rimane inesorabilmente una petizione di principio. Anche perché è invece proprio questo un mare su cui l’Italia naviga lontanissima da un approdo decente, civile, socialmente funzionale, politicamente democratico.

9) Assi culturali.
Spazio maggiore alla formazione scientifica. Più lingua inglese. Più tecnologia. Affermazione presente nelle mozioni Zingaretti, Martina, Giachetti, Boccia. Oltre che nei programmi dei Governi Berlusconi, Prodi, Monti e nella riforma Moratti. Precisazioni in merito: nessuna.

10) “La scuola deve introdurre la materia educazione civica”.
Affermazione presente in tutte le mozioni, tranne quella Corallo. E sempre con la logica della educazione civica come ulteriore competenza “tecnica” di cui riempire la testa dello studente.
“La scuola deve formare prima di tutto il cittadino, la sua autonomia di pensiero, la sua capacità critica e di lettura del reale, la sua capacità di convivere civilmente con gli altri cittadini”.
Concetto del tutto assente in tutte le mozioni. Così come sostanzialmente assente il “collegato” istruzione/analfabetismo funzionale. Che poi sarebbe il “collegato” alfabetizzazione funzionale/livelli di civiltà nella vita collettiva (e nella politica). Per intendersi, qualcosa che nelle elaborazioni di esponenti riformisti, progressisti – o chiamateli come volete – quali Carlo Calenda e Marco Bentivogli compare quotidianamente, a livello di riflessioni e di proposte. Appunto a livello di “visione”. Cioè di politica.

11) Il tema della scuola viene trattato nelle mozioni con paragrafi o capitoli dedicati?
Si nelle mozioni Zingaretti, Martina, Giachetti, Boccia, Saladino. No nella mozione Corallo. Ma dedicato come? Nel senso che appena si comincia a parlare di scuola, istruzione e formazione subito si declina il tema facendolo slittare su quello del lavoro, oppure della ricerca, oppure della Università, oppure su quello della Pubblica Amministrazione (così è sostanzialmente vista la funzione docente) e persino su quello dello sport, che in alcuni casi (Zingaretti in particolare) viene messo sullo stesso piano della scuola come ruolo educativo. Insomma la scuola viene vista solo come funzionale ad altro rispetto alla formazione del giovane a diventare un cittadino pensante. Visione del tutto funzionalista della scuola (di fatto subalterna, altro che strategica).

Precisazione personale: amo lo sport e ne riconosco la funzione anche educativa. Ma vivaddio, un po’ di senso della misura. Anche quantitativamente. Si vede che i sondaggi indicano ai candidati che forse nel mondo dello sport il bacino elettorale è più attrattivo rispetto a quello della scuola.

12) A proposito di scuola ed elettori. La “buonascuola” (legge 107) è presente? Ovviamente sì, ed ovviamente nei documenti Zingaretti e Giachetti. Tutti e due dicono che ha impattato male con i docenti e gli studenti e ha fatto perdere voti al PD. Zingaretti declina il tutto per dire: bisogna stroncare tutto ciò che la riforma Renzi ha fatto. Giachetti declina il tutto per dire che bisogna capire come mai il mondo della scuola ha respinto una riforma che invece era buona ma non è stata ben comunicata. In ambedue i casi bisogna recuperare i voti dei docenti. Ma facendo cosa del sistema scuola appunto non si capisce. O per lo meno io non l’ho capito. Martina media fra le due posizioni, chiedendo – ovviamente, secondo il suo mantra attuale - perdono per quanto fatto dal PD sulla scuola, dicendo che hanno capito la lezione, ma che forse almeno i temi posti dalla “buonascuola” non erano poi così sbagliati. Le risposte sì, sbagliate, soprattutto perché hanno fatto perdere voti. Boccia e Saldino qualche riferimento concreto, ma sfumato, lo fanno.

13) Alternanza scuola-lavoro.
Tutti ne fanno cenno, sostenendola, ma fatta diventare seria, rispetto a quella non seria de “labuonascuola”. La discontinuità da cavalcare anche in tema di scuola non guasta per vincere la corsa alla Segreteria. Ma precisazioni su cosa era ed è sbagliato nella alternanza prevista da “labuonascuola”? Nessuna. Precisazioni su come la si vorrebbe realizzare? Nessuna. E soprattutto con quale visione, cioè con quale funzione? Niente. Bene tenere in caldo il tema, ma tutto da declinare. Ed è tema su cui ci sarebbe invece da declinare un bel po’, a cominciare dalla domanda di fondo: rapporto scuola/mondo del lavoro o rapporto scuola/mercato del lavoro?
Due cose serie, ma profondamente diverse come filosofia della formazione dei giovani.

CONCLUSIONI.
Sì lo so, sono stato ironico - o perfino sarcastico – con i candidati, ma la lettura dei loro documenti sul tema scuola è stata per me sconfortante, depressiva.
Sono stato non obiettivo e se si fa una lettura più attenta dei documenti ci si trovano spunti interessanti in tema di scuola? Magari. Lo spero. Purtroppo temo proprio di aver fotografato abbastanza bene quello che le sei mozioni dicono in tema di scuola. Cioè: nulla.

Sono stato irrispettoso con i candidati? NO, anzi li rispetto sinceramente per la ambizione coraggiosa di voler assumere – oggi, cioè quando non paga per nulla - la guida di un partito di opposizione. E’ proprio che temo che la loro sia scelta strategica consapevole: la scuola non è importante, o quanto meno non è un settore della vita collettiva su cui puntare per rilanciare la nostra società decadente e decaduta (e uso due aggettivi di puro eufemismo, per rispetto a chi eventualmente mi stia leggendo).

Sono stato irrispettoso col candidato Corallo in particolare? No, anzi devo dire che il suo documento è forse il più politicamente corretto e chiaro. Intanto è il più opportunamente sintetico. Undici cartelle, in cui tocca alcuni temi e li declina con proposte concrete, persino troppo di dettaglio in alcuni casi. Ma è proprio che lui il tema della scuola non lo vede. Ed è onesto a lasciarlo intendere con chiarezza. Pure il documento Boccia è un po’ meno fumoso di altri in tema di scuola. Ma anche per lui, una visione non c’è. Il documento Saladino mi è apparso il più creativo dal punto di vista grafico. Ed anche in tema di scuola sembra avere qualche respiro in più. Ma è solo una impressione grafica. Quando leggi, non ci trovi nulla. In tema di scuola, intendo dire.

Il documento Martina, ponendosi in generale come mediatore fra la linea renziana di Giachetti e quella antirenziana di Zingaretti, in tema di scuola qualche cosa si sforza di dirla. Ma molto vagamente. Manca anche qui una visione, manca la convinzione che il tema sia invece strategico e decisivo. Per il presente (investirci risorse finanziarie, e ancor più progettuali, intellettuali e valoriali) e per il futuro: unico processo - quello della formazione dei giovani - che può affrontare la questione epocale che abbiamo di fronte, cioè la deriva del modello antropologico nel nostro paese. Ovvero, ricreare un homo libero, pensante, dialogante,aperto, versus l’homo aggressivo (violento?), rancoroso, rabbioso, fazioso, cupamente individualista, chiuso, oggi dominante.

E la Mozione Zingaretti? La più imponente, per numero di cartelle (43). Un oceano di parole (anzi Atlantico Pacifico e Indiano messi insieme). Da naufragare. Altro che comunicazione essenziale. Qui siamo di fronte al festival irrefrenabile di parole abusate, di frasi fatte, di genericità. E in un simile contesto comunicativo, la vaghezza sul tema scuola (caratterizzante anche le altre cinque mozioni) si nota ancora di più. Lo fa solo Zingaretti di farti naufragare in un documento mastodontico e poco leggibile? No (lo dico con rispetto nei suoi confronti, peraltro l’unico dei sei candidati che conosco personalmente e che ho stimato). Lo fanno in genere i candidati favoriti e che vogliono tenere insieme tutto e il contrario di tutto; soprattutto per tenere le mani libere per il dopo e seguire qualunque linea potendo dire: nella mozione lo avevo detto. Appunto, dare la impressione di dire tutto e non dire nulla.

Precisazione.
Forse questo mio contributo non è stato tale. Uno sfogo? Spero di no. Certamente uno scritto figlio di una forte delusione. E per essere in linea con gli Italiani 2.0: figlio di una grande incazzatura.

Son stato generico a mia volta? Allora come si fa nelle migliori tradizioni, vi lascio almeno qualche riferimento bibliografico che possa aiutare a capire il perché io ritenga la scuola del tutto strategica, perché obietti su una sua concezione strumentale e funzionalista, e perché avrei voluto qualche cosa di più dai sei candidati. Qualche particolare propositivo concreto e soprattutto: una visione.
Condivisibile o meno. Ma una visione.

Il che poi è ciò che differenzia la politica dalla amministrazione.
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Massimo Recalcati: “L’ora di lezione” (Einaudi Editore 2014)
Andrea Bajani : “La scuola non serve a niente” (Edizioni Laterza 2014)
Edgar Morin: “Insegnare a vivere. Manifesto per cambiare l’educazione” (Raffaello Cortina Ed. 2014)
Paola Mastrocola: “La passione ribelle” (edizioni Laterza 2015)
Giovanni Cominelli : “Una nuova scuola per salvare la Nazione” (articolo pubblicato sul sito Libertaeguale.it, e pubblicato anche sul nostro sito, dove è facilmente rintracciabile)

E sì, voglio essere trasgressivo, in questa piccola bibliografia inserisco anche un testo di legge:
D.P.R. 275/1999 (Regolamento sull’autonomia scolastica)

In generale, rimando a tutto quello che scrive su scuola e istruzione Mila Spicola, docente e deputata del PD, redattrice di un proprio blog, articolista su Huffingtonpost, e presenza vivace, concreta, incisiva e portatrice di una visione persino su un social come Twitter: la stringatezza all’ennesima potenza.