E che, so' Pasquale io?
di Carlo Mari---18-04-2019
Caro Stefano, il tuo riferimento alla gag di Totò calza a pennello. “E che, so Pasquale io”?
Ma sì, facciamoli provare! E magari riprovare. In fondo quelli di prima hanno lasciato macerie! Ingenuità, menefreghismo, rassegnazione? Ti domandi. Quale la molla che fa votare e rivotare chi sta dando prova indecente e disastrosa di sé, a Roma, come in Italia?
Altro che macerie trovate. Questi le macerie le “costruiscono” sapientemente e le predispongono in modo tale che dureranno per molto e molto tempo ancora. Una generazione?
E allora, questa benedetta molla? Le recenti elezioni amministrative hanno prodotto un calo dei 5stelle ed il boom del loro alleato leghista. Ma niente paura, gli ultimi sondaggi segnalano un M5S già in lieve ripresa, dopo la breve ascesa del movimento rivoluzionario zingarettiano. Bene. Hai ragione, Stefano, con quello che combinano ci si aspetterebbe un calo vistoso se non un tracollo. Invece, no. Ingenuità? Escludo che gli italiani siano un popolo di ingenui. Menefreghismo? Certamente il “chissene” imperversa non solo a Roma, ma il proprio orticello viene pervicacemente coltivato, eccome, e a tutti i costi. Quindi non vedrei neanche il menfreghismo come spiegazione. Rassegnazione? Certamente nella penisola storicamente non alligna la pianta della rivoluzione, ma un mix di conservatorismo patologico e di ribellismo di pancia.
No, caro Stefano, credo che il nostro non sia nemmeno un popolo di rassegnati, bensì un popolo di “Pasquali” (per tornate alla scenetta evocata da te).
E allora? Per carità, aspettiamo gli esiti delle elezioni europee, poi di quelle di Roma, e infine di quelle politiche quando arriveranno. Non si può mai dire. Quello italiano a volte sa essere anche un popolo imprevedibile. E tuttavia il timore che i governanti attuali, nazionali e locali, possano avere risultati tutt’altro che negativi appare fondato. E dunque la terna di motivazioni che hai provato a mettere in campo forse non spiega, o quanto meno non basta.
E mi domando: e se fosse che la maggioranza degli italiani vota i gialloverdi perché si rispecchia perfettamente nei gialloverdi? Un governo, nazionale e locale, con assoluta legittimazione dall’essere la esatta espressione antropologico/culturale della maggioranza del suo popolo.

Mi viene da pensare a Roma, capitale ma anche emblema della tricolore penisola.
In data 18 aprile 2019 abbiamo ufficialmente appreso dalla sua stessa voce quello che la Sindaca Virginia Raggi pensa di Roma, della città da lei governata.
- E’ fuori controllo, se ti affacci vedi la mer**, i sindacati dei lavoratori delle municipalizzate fanno il caz** che vogliono; roba altro che da gilet gialli -.
Queste le quattro valutazioni politico/sociali del sindaco sulla propria città.
Ma…. queste sono esattamente le cose che pensano i romani!
E dunque, la conclusione non può che essere: noi romani siamo in perfetta sintonia con la nostra sindaca. Ebbene sì, Virginia Raggi una di noi. La rivotiamo.
Anzi stavolta la voto pure io. E che so Pasquale, io?