Bravo Diego Bianchi!
di Carlo Corridoni---18-05-2019
A questi stomaci di ferro, che buttano giù tutto, non è stato difficile per Zoro propinare il documentario del fortino di Santa Croce in Gerusalemme, recentemente beneficato dall'Elemosiniere a spese della comunità.
Non mi va proprio giù che di quel fatto già non si parli più a meno di una settimana dagli eventi. La complessità delle questione meriterebbe molti approfondimenti e altrettanti esami: sul piano umano, giuridico, morale ed economico - per dirne solo quattro.
Sìmmappoi c'è Casapaund! Il governo reggerà alle europee? La realtà romana è varia, come si sa.
Basta: Zoro intervista tre-quattro soggetti di quella realtà e questi pochi bastano a rappresentare la composizione del complesso cosmico:
C'è l'ideologo delle dieci cento mille occupazioni che illustra le sue posizioni. Quasi un programma politico.
C'è l'immigrata che lotta per non finire - letteralmente - in mezzo a una strada, al costo della vita.
C'è la persona creativa che lascia vivere in lei, anzi alimenta, la speranza in una vita migliore, e chiaramente dice: io non finisco qui: vedrete se uscirò da quà!
C'è l'operatore culturale che dalla situazione distilla la teatralità della vicenda umana, antropologica.
Dopo quelle interviste meglio riflettere, giusto. Riflettiamo bene ma in fretta.
Dico: lasceremo spegnere ancora una volta - non dico la luce - ma questa vita palpitante nel laboratorio, per l'indifferenza o il disinteresse o l'impotenza?
So bene che la stessa osservazione di questi fenomeni delicati giunge a perturbarli, sicché qualcuno desidera farli tornare nell'ombra e non guardarli (pure per non essere guardato) e qualcun altro vorrebbe invece distruggerli come per purificare l'ambiente con la stessa irradiazione ottica.
E noi, non ne vogliamo nemmeno parlare?
Mi dite perché allora ci siamo iscritti a parlare?