AAA visione e progetto politico cercasi
di Carlo Mari---29-05-2019
Eh sì, caro Carlo Corridoni; avanti con le tesi. Come si vede, quadro politico fibrillante e complesso, ma anche interessante e stimolante. Adrenalinico. Passati due giorni dal voto sono cominciate le inevitabili, ma anche comprensibili danze interpretative sugli esiti elettorali. Per le quali, come sempre, sembra vero tutto e il contrario di tutto.
Non va! Non è più tempo.

Ci sarà, anche per noi cittadini/elettori, di che stare all’erta, con attenzione, passione, ma anche con grande disponibilità ad analisi obiettive; e sofisticate, sì. Non per amor di politichese o di voglia di dimostrare l’indimostrabile. Per tutti noi, votanti ed astenuti, votanti convinti e votanti perplessi, votanti per paure e votanti per tetragone convinzioni, votanti di testa e votanti di pancia. Per tutti. Perché davvero lo scenario è aperto; i giochi son davanti a noi, completamente da costruire. Perché dopo queste elezioni tutti, ma proprio tutti hanno problemi di linea politica da scegliere e definire; strategia, non tattica.

Salvini con la sua vittoria, che lo consegna però definitivamente al ruolo di decisore principale del “che fare” dell’Italia. Un giochetto niente male, soprattutto se proiettato nella solitudine internazionale del nostro paese. Non basteranno più aggressività, retorica, selfie, rete social, corone da sbandierare e il “buon Dio”, che lui ama invocare. Bisognerà governare.

Di Maio/Casaleggio con la loro sconfitta, la loro maggioranza parlamentare da spendere in politiche meno mediatiche e meno manipolatorie rispetto all’anno precedente. Per loro si porrà il problema, non rinviabile, di che fare da grandi. O meglio (o peggio, se si vuole) di chi sono e cosa vogliono essere. Perché non lo sa nessuno, nemmeno loro.

Berlusconi & C., con la non più rinviabile scelta di una linea politica (liberal/conservatrice o radicale di destra) e di una leadership. Quanto ancora potranno eludere il problema della successione al loro grande indiscusso capo?

Il PD, con la sua campagna elettorale di basso profilo, crepuscolare, che ha privilegiato (anche comprensibilmente) la priorità dello star uniti e non litigare. Ma il risultato del voto riconsegna al PD l’annoso dilemma: liberal/socialismo riformista, alternativo a tutti (tutti) i populismi? Oppure sinistra/sinistra, riedizione della Ditta, in salsa populista? Una scelta si imporrà. Anche fosse di mediazione, anzi soprattutto in quel caso, necessiterà di una leadership, individuale e collettiva, di grande spessore. Grande spessore: politico, culturale, comunicativo.

Potremmo proseguire con la miriade di partiti e partitini di sinistra radicale. Stessa domanda dei 5 Stelle: che fare, da grandi? O forse loro lo sanno, e lo praticano da tempo immemore: dividersi.

E con + Europa, deludente in queste elezioni. E i verdi? Sapranno inserirsi nella grande carismatica affermazione verde di tante parti d’Europa, cui i verdi italiani son rimasti estranei? Non solo nei voti, ma proprio nel progetto politico.

Fratelli d’Italia invece sembra aver già sciolto il suo nodo. Avanti comunque con Salvini, ma con il dubbio: accodamento o spazio per proposte?

Insomma ce n’è per tutti. Nei prossimi mesi, sotto l’incombere della - presumibilmente drammatica - legge di bilancio, si porrà questo problema, identico per tutti.
Darsi finalmente una linea politica, un progetto politico, una visione.
Che reggano nel tempo, e non fino alla prossima campagna elettorale.
Ovvero, quando la politica torna ad essere una cosa seria.