Non sono d'accordo con l'illustre Elemosiniere
di Stefania Farinelli---29-05-2019
Ho scritto al Corriere della Sera questa lettera:
Roma 15.V.'19
Gentile Dottor Cazzullo, sarei veramente lieta se lei volesse commentare le mie parole.
Non approvo assolutamente l'intervento dell'Elemosiniere del Santo Padre, in quanto temo che, molti, seguendo il suo esempio, mosso da cristiana compassione, saranno, in futuro, indotti, in analoghe circostanze, a rompere i sigilli e quindi ad infrangere la LEGGE!
I rapporto tra equità, giustizia al caso singolo, e rispetto delle norme vigenti, è oggetto di ampio dibattito, fin dal V° secolo prima della nascita di Gesù Cristo.
In particolare, nell'Antigone, di Sofocle, nella quale torto o a ragione, Antigone è da sempre considerata il simbolo della lotta contro il potere, della ribellione romantica e solitaria contro il dominio ingiusto di un tiranno senza limiti.
Sempre nel V° secolo Socrate, condannato a morte, ma coerente con la sua convinzione di avere un compito educativo nei confronti degli ateniesi, decide di non fuggire per non trasgredire le leggi della città, in quanto, se la legge è giusta, lo è anche quando gli uomini la applicano ingiustamente e, quindi, va rispettata.
Facendo un salto di cinque secoli, Gesù Cristo, interrogato sul dovere o meno di pagare i tributi a Cesare, ha risolto il dilemma, affermando di dare a Dio quel che è di Dio e a Cesare, quel che è di Cesare, per cui anche il pagamento le bollette è dovuto.
Un'alternativa efficace e coerente con il rispetto delle norme, avrebbe implicato il pagamento immediato delle bollette, da parte dell'illustre Prelato, attingendo, come in situazioni analoghe, dal fondo, al medesimo affidato.
L'Elemosiniere, contemporaneamente, avrebbe minacciato e nel caso, avviato uno sciopero della fame, per far rimuovere, tempestivamente, i sigilli, dalle competenti Autorità.
Ringraziando, per l'attenzione, colgo l'occasione per inviarle i migliori saluti.

Stefania Farinelli
Roma