Non ci posso credere
di Alberto Galanti---17-08-2019
L’intervista di Salvatore Merlo a Carlo Calenda, che Il Foglio ha pubblicato stamattina, contiene un’affermazione per me sconcertante:

“Se la Direzione del PD darà al segretario Zingaretti il mandato di verificare l’ipotesi di un accordo con i 5 Stelle, questo vorrà dire che il PD avrà definitivamente abdicato alla rappresentanza del mondo liberal democratico. Io questa cosa non la accetterò. Sarà a quel punto inevitabile lavorare a una nuova forza politica che rappresenti quel mondo orfano. Una forza non alleata con il PD, perché il PD avrà perso ogni credibilità rispetto alle istanze dell’Italia seria, quella che lavora, studia e produce”
.

Se il contenuto del virgolettato è la fedele trascrizione delle parole dell’intervistato, devo ammettere la delusione cocente che provo nei confronti dell’estensore del manifesto “Siamo Europei” a cui come associazione aderimmo con coerente slancio e profonda convinzione.
Per Calenda il solo mandato a “verificare un’ipotesi di accordo con i 5 stelle” sarebbe ignominioso al punto tale da giustificare la sua voglia di lavorare a nuova forza politica “liberal democratica” da contrapporre al PD.
Ora che il M5S faccia oggettivamente schifo non c'è dubbio e non sono tra chi auspica accordi di legislatura con i grillini. Ho già detto come la penso nel precedente intervento. Tuttavia Salvini per la prima volta si sente in difficoltà e sta facendo marcia indietro.
Ci troviamo di fronte a tre possibili scenari:
1 - la crisi di governo rientra e i due cialtroni devono fare la legge di bilancio assumendosene la totale responsabilità di fronte all'elettorato;
2 - cade il Governo e si vota come vuole Salvini;
3 - Salvini perde la sua rendita di posizione e i suoi antagonisti potrebbero in pochi mesi varare una legge di bilancio che non sia contro l'Europa (con buona pace della Russia), e, poi, la cosa che più teme: una legge elettorale totalmente proporzionale che gli impedirebbe di svuotare definitivamente FI e FdI e di arrivare così all'autosufficienza, cioè ai 'pieni poteri'.
E' bene che Calenda rifletta a lungo su chi sta tutelando anche i valori del mondo liberal democratico che lui crede orfano.
Noi ci chiediamo a volte come mai le iniziative politiche di Calenda siano lasciate cadere dagli interlocutori a cui si rivolge. Be’ adesso io non me lo chiederò più.