Il volo pindarico di Renzi
di Rosy Ciardullo---20-09-2019
A pochi giorni dall'avvio del nuovo governo , con una pattuglia di quasi quaranta parlamentari, Renzi annuncia la sua scissione dal PD. La notizia della scissione che sembrava, ad una prima lettura, un fulmine a ciel sereno, sembrerebbe invece un colpo di tattica politica, magistrale e prevedibile. In vista cioè di nuovi traguardi che attengono al posizionamento al centro anche di altri soggetti interessati (Calenda, Cairo). Una tempistica eccessiva ha trionfato in vista dell'obiettivo da raggiungere, nonostante i rischi evidenti e le conseguenze di un gesto che potrà avere una ricaduta pesante sulla nuova maggioranza di governo appena insediata. Renzi dopo aver allontanato il pericolo Salvini trascinando Zingaretti verso l'alleanza giallo rossa, vuole riprendere il bandolo della matassa e giocare un'altra partita per tornare nell'agorà politica e formare un nuovo partito. Si sa, Renzi è un leader non un gregario. Ha bisogno di una sua aggregazione per riconoscersi, per soddisfare il suo incomprimibile individualismo e dettare le regole. Molto rapidamente, ha fondato Italia viva. Ma nonostante il generale riconoscimento del suo genio politico, a molti questi suoi tratti possono risultare ingombranti e irresponsabili.
Il suo primo obiettivo sarebbe dovuto essere l'impegno a collaborare con i componenti della maggioranza di governo che si accingono ad adempiere , anche bene, mi pare, allo svolgimento dei compiti istituzionali che il paese aspettava. Il senso di responsabilità che non ammette deroghe, per nessun motivo ,di fronte agli elettori, imponeva che si mettesse a lavorare insieme a loro per realizzare il bene del paese . Invece ha preferito un'altra strada. Da qui il salto per un volo pindarico è breve ... non è uno scandalo in politica...tanto più perché ..credo sia in buona compagnia. Le rassicurazioni offerte a Conte e a Zingaretti non si sa chi le potrà gestire, anche se giura stabilità fino al 2023. Intanto già , stando agli ultimi sondaggi, il PD ha perso una quantità di voti consistente vista la difficoltà di questi ultimi mesi di metterli insieme.
Vale tenere presente che fanno parte di questo governo personalità di spicco come Guarnieri al dicastero dell'economia che, per il peso specifico che ha e per la fiducia di cui gode in Europa, è già un buon inizio oltre che un miracolo per il paese. Per non parlare della riconquistata fiducia in ambito europeo che hanno reso possibili le candidature di Sassoli e Gentiloni. La riduzione dello spread e le buone notizie che provengono dall'Europa che parlano di rinnovata affidabilità e di maggiore flessibilità in arrivo per gli investimenti dovrebbero far riflettere e condurre verso equilibri più ragionati . Utili peraltro agli investitori economici.
Naturalmente, ho pensato che nella decisione di Renzi abbiano inciso più fattori, al di là dell'utopia romantica che colpisce questo tipo di personalità. Ad esempio, lo sgomento di doversi contaminare con la vecchia guardia (D'Alema e Bersani) e la nuova, direi, che lo hanno sempre boicottato. Un motivo che avrà sicuramente prodotto in lui l'idea definitiva del distacco. Proprio Bersani, nei giorni passati, ospite di Lilli Gruber, ha detto che la sua azione politica e le scelte di politica del lavoro come il jobs act e l'abolizione dell'art.18, hanno favorito l'avanzamento della destra. Mi pare un po' troppo, anche se perfino il quel caso Renzi ha agito con una tempistica eccezionale rispetto ai tempi. Il paese non ce l'avrebbe mai fatta a sostenere in poco tempo quelle innovazioni che vanno bene solo in un mercato maturo , dove ci sono tutele e garanzie. I cambiamenti vanno introdotti con moderazione. In ogni caso, il ragionamento di Bersani risulta essere un falso ideologico visto che non tiene conto di tutte le congiunture che hanno pesato sul mondo produttivo.
Se il PD vuole rafforzare la sua questione identitaria, al di là della scissione di Renzi, dovrà trovare la forza rigeneratrice che crei orientamento e fiducia, puntando su un programma di governo che riduca le tasse , le disuguaglianze , investa sulla ricerca, sulla sanità e sull'educazione scolastica. Insomma molte riforme per la gente. Solo così potrà rafforzarsi e non sgretolarsi per il duro colpo inferto dalla scissione di Renzi e per l'aggressività di una forza populista e sovranista come la Lega.