da Matteo a...
di Sergio Poli---11-12-2019
Condivido pienamente le riflessioni di Alberto e di Carlo sull’intervento di Matteo Richetti e conseguentemente auspico che continui, quanto prima, il dibattito con gli altri esponenti del mondo progressista.
Nel ritenere che gli auspicati interventi attengano sia agli aspetti più propriamente politici ma anche agli aspetti tecnico-organizzativi, di un discorso che rispetti le diversità ma che si orienti a esiti di convergenza programmatica e di una conseguente condivisa proposta politica, propongo di pensare già ad un confronto-dibattito tra i “progressisti” che andiamo ospitando ed all’individuazione di una sede adeguata allo svolgimento dello stesso.
Vi saluto con una mia considerazione “inattuale”: quando lo stravolgimento sociale e l’incertezza rendono vulnerabili le radici della civile convivenza, proprio dalla capacità di sentirci feriti, scaturisca la fiducia ed il desiderio di aprirci agli altri abbattendo il muro dell’indifferenza e della rassegnazione.
In questo, ci confortano le parole dell’Apostolo “Quando sono debole, è allora che sono forte” (2 Cor 12,10).