Gira e rigira, la forma torna ad essere sostanza
di Carlo Corridoni---26-02-2020
L'evenienza epidemiologica mette alla prova la nostra società in tutti i profili immaginabili: strutturali, organizzativi e perfino della comunicazione.
La gravità della situazione è implicita nel ritorno all'uso generale di un linguaggio significativo, tendenzialmente più onesto, in tutti i piani della divulgazione pubblica: scientifica, politica ed economica.
Prima di tutto, il linguaggio si fa più preciso e rilevo come nei mezzi di comunicazione si tenda e non equivocare più fra 'rischio' e 'pericolo', fra 'scientifico' e 'vero', fra 'probabilità' e 'incertezza'.
Mi compiaccio con alcune trasmissioni della RAI, che - almeno a livello nazionale, non regionale - espone le sue eccellenze, come si può subito verificare su Raiplay.
Mario Tozzi, per esempio, finalmente lascia stare le scimmie che spaccherebbero l'atomo, e torna ad esprimersi più appropriatamente alla divulgazione scientifica in prima serata, di sabato.
Spinto dall'emergenza dell'epidemia, Rossi affronta la microbiologia del virus, il suo sviluppo filogentico, evolutivamente inquadrato.
Anche la conduzione di Prima Pagina su Radio3, da parte di Marianna Aprile, durante la scorsa settimana, ha avuto un'impostazione esemplare, quasi educativa, sul come leggere i giornali, sulla comunicazione comparata d'un evento fra le diverse testate.
Infine, le risposte ineccepibili che ha dato il ministro Roberto Gualtieri su La7 alle domande - alcune faziose e provocatorie - sui riscontri economici delle misure di prevenzione adottate dai governi regionale e nazionale.
Le regole di comunicazione del ministro ci sono già state mostrate di persona: prima dare un senso alle parole, poi coordinarle in un'argomentazione trasparente, e quindi esporle nei toni di una comunicazione istituzionale. Notabene: un primapoiquindi simultaneamente consistenti!
Mi ricordo la risposta - che allora, però, sostanzialmente non fu esplicita - alla domanda di Donato Antonellis: 'Non ho capito da dove prenderà i soldi, ministro!' Ieri, per i provvedimenti a compensazione nell'area lombarda, ha risposto con una leggera lezione di politica economica.
Che succede? Queste che ho citato sono certamente perle, ma come mai la comunicazione, solitamente sbracata allusiva equivoca colpevolmente ambigua, tende ad equilibrarsi? Vuol dire che ci dobbiamo veramente preoccupare? Vuol dire che d'influenza CoViD19 si muore sul serio e che basta con gli scherzi?
Forse sì. Ma può anche darsi che si cominci finalmente a fare sul serio!
Incrociamo le dita: finalmente ... in senso buono!