Ernesto Galli Della Loggia Ha Ragione
di Carlo Corridoni---06-06-2020
Cari Iscritti a Parlare.
Vorrete scusarmi la banalità di un titolo lapalissiano: sappiamo benissimo come il grande giornalista del Corrierone possa avere torto solo per assurda ipotesi, e, semmai, in un confronto che potrebbe essere soltanto immaginario, per ovvia mancanza d'interlocutori seri.
Date un'occhiata alla rassegna stampa di oggi e leggete cosa dice il prefato sulla scuola: i c.d. Lavoratori della Conoscenza sono privi di riferimenti credibili e di rappresentanze valide.
Vorrei corroborare umilmente le considerazioni dell'editorialista, con una testimonianza quasi storica.
Dopo anni di militanza sindacale per la funzione sociale dell'istruzione pubblica, arrivammo in tanti a chiederci se tale infaticabile impegno culturale e politico ci avesse, alla fine, danneggiato.
Ormai da anni ed anni, al primo punto di ogni Ordine del Giorno delle riunioni sindacali non c'era altro che: 1. INDIVIDUAZIONE DELLA CONTROPARTE.
Alla fine, cosa oggi non sorprendente, scoprimmo che la nostra vera controparte, la più solerte nell'umiliarci, individualmente e collettivamente, era proprio la nostra Organizzazione Sindacale.
Quando realizzai che solo il precariato mi avrebbe assicurato la sanatoria del Ruolo, e che il mitico concorso a ventitremila cattedre sarebbe stato differito e ritardato fino alla frustrazione, ormai era tardi: anche a causa della rivoluzione tecnologica, il mio percorso professionale in aula era praticamente giunto all'esaurimento, come pure l'illusoria militanza sindacale.
Ormai amavo la ricerca e l'insegnamento, che nulla mi avrebbe fatto abbandonare, sicché, da precario in ruolo, mi trovai necessariamente a cambiare mestiere, e così, per continuare a fare il mio lavoro dovetti fare un concorso ogni tre anni. Comandato al MIUR!
Comandato ma per modo di dire: sempre circondato, come fui, dal massimo rispetto. Gratificato da un'autonomia che, a Scuola, ben difficilmente avrei mai potuto praticare ...
Lì trovai molti con lo stesso mio retroterra culturale.
E adesso, se non l'avevate già fatto, andate a leggere la Rassegna Stampa!