Dalla parte dei più deboli. Sempre
di Carlo Corridoni---09-06-2020
Al condiviso impegno sull'emergenza Scuola, sul quale ci siamo espressi ieri pomeriggio, vorrei aggiungere un aspetto che in qualche modo complementa ed integra anche quello sulle iniziative rivolte al disagio sociale.
Penso ai cittadini - e fra questi includo quegli stranieri che cittadini non sono, non lo sono ancora effettivamente - che sono in condizioni di disagio e che hanno bisogno di servizi istruttivi.
Sapete se ai pacchi alimentari confezionati con efficiente amorevolezza, vengano acclusi pacchetti educativi, istruttivi, oggetti o anche giocattoli culturalmente evoluti?
Gli emarginati, i poveri o a rischio povertà, non hanno più figli? Non c'è più proletariato fra noi? Mi rendo conto che molti, nella disperazione di esistenze precarie, non avrebbero neanche accesso alla classe proletaria, come una volta era denominata.
A scuola c'è qualche assistenza particolare per i bambini doppiamente emarginati? In particolare, gli istituti scolastici autonomi preparano offerte formative per le fasce più deboli della popolazione?
La qualità dell'istruzione non si misura tanto dalle eccellenze d'apprendimento quanto dalla quantità delle 'utenze' raggiunte.
So per caso che presso la Parrocchia San Giuseppe è attivo un gruppo per l'istruzione linguistica degli stranieri, ma non ho notizia di analoghi impegni presso scuole o altre comunità della zona.
Durante la videoconferenza è saltato il mio collegamento, sicchè questo aspetto non l'ho potuto aggiungere né argomentare.
Care cose a tutti.