Auspicando un deciso taglio del numero dei costituzionalisti
di Alberto Galanti---25-08-2020
Avevo intenzione di scrivere questo intervento iniziando a spiegare in base a quali motivazioni, alcune nobili, altre meno, voterò SI' al prossimo referendum costituzionale. Ma l'altroieri ho letto un intervento del cardinale Zagrebelsky, nel 2016 condottiero dei lazzari sanfedisti difensori della costituzione più bella del mondo, il quale dichiara che stavolta starà 'costituzionalmente sulle sue'. Oggi leggo l'intervista di un altro condottiero del 2016, Valerio Onida, allora impegnato a smontare meticolosamente la precedente riforma costituzionale. Una riforma che aboliva il bicameralismo paritario, istituiva il Senato delle Regioni, riduceva il numero dei parlamentari, eliminava le storture del Titolo V, introduceva la 'data certa' per discutere in Parlamento i provvedimenti governativi allo scopo di evitare 'maxiemendamenti' e 'milleproroghe', apportava importanti correttivi sul quorum del referendum abrogativo calcolandolo in base alle firme raccolte e ai votanti delle ultime politiche, obbligava le Camere a discutere leggi di iniziativa popolare sostenute da 500 mila firme, rendeva attivo il ruolo della minoranza nella scelta del Presidente della Repubblica, e altro ancora.
Onida oggi si limita ad affermare che 'il NO aggraverebbe il fossato di sfiducia che già c'è tra cittadini e istituzioni' e che 'i correttivi non sono indispensabili'.
Sono così scandalizzato da queste illustri dichiarazioni che mi si è passata la voglia di argomentare. Voterò SI' perché SI'.