DPCM
di Carlo Corridoni---28-10-2020
Decidere viene da tagliare.
Chi decide deve aver considerato tutte le possibilità e vagliato tutte le scelte possibili, fino ad assumere quella allo stato più conveniente. E non è detto che questa non sia anche la più pericolosa. Almeno per alcuni.
Esistono procedimenti assai sofisticati per indirizzarsi alla migliore decisione, ma ecco: ci saranno sempre tagli da fare e dolori immeritati da dispensare.
Il DPCM chiude i teatri e le sale da concerto, anche quelle che hanno rispettato le severe direttive precedentemente emanate. Direttive che pure hanno comportato alti costi e ingiuste rinunce.
Grazie al rispetto di quelle decretazioni, l'Accademia di Santa Cecilia ha potuto fare una buona programmazione per la stagione 2020-2021 ed ha iniziato i concerti con un programma eccezionale, impensabile fino a pochi anni fa.
Il primo concerto ad essere eseguito è stato il Te Deum di Anton Bruckner, il corale che evoca un opportuno, e commosso, ringraziamento. Ringraziamento di poter tutti ricominciare. Finalmente!
Durante l'esecuzione, mi sono sorpreso a cogliere gli effetti positivi delle disposizioni antiCoViD sull'acustica e sulla sonorità della sala: il distanziamento dei coristi e lo sparpagliamento degli orchestrali, la severa rarefazione degli spettatori, hanno prodotto effetti stereofonici e sonorità mai prima ascoltate.
E poi la tensione emotiva che si avvertiva in tutti i soggetti coinvolti in quell'insperata manifestazione di vitalità e di umanità!
Al secondo concerto (ed ultimo, finora) perfino Stefano Bollani si è costumato 'accademico' pur raccontando una sua leggerissima storia al pianoforte.
Ecco di cosa sono stati capaci quell'orchestra e quel coro, con le loro direzioni. E pure noi, sia pure attraverso un'ingenua, goduta fruizione!
La musica viene bene se viene ascoltata in presenza: l'esecutore comunica col pubblico e questo con lui. Non chiediamoci come e per che ciò possa avvenire: è un linguaggio silente che pure viaggia su un necessario supporto acustico.
Oltre Maria Antonietta, lo spettatore più prossimo stava ad oltre tre metri da me. Tutti con la mascherina e col Benagol in bocca! Speriamo di uscire indenni dal rischio del contagio ...
Quella musica impropriamente ancora definita 'classica' - quando non è più tipica dalla 'classe dominante', e che ancora stenta ad essere condivisa nel patrimonio culturale delle masse - riceve un danno grave dalla chiusura delle sale da concerto.
Riceve un danno ben più grave di tanti altri tipi di fruizione, ora non parimenti limitati benché visibilmente molto più rischiosi.
E dire che un biglietto per la sala Santa Cecilia costa molto - ma molto - meno di un biglietto allo stadio!
Osserverò questa parte del DPCM con disciplina, ma con quello spirito distaccato con cui viene rispettata una ritualità.
Care cose.