Risorgere o ammazzarsi dalle risate
di Alberto Galanti---06-01-2021
Premessa
Mi scuseranno gli antirenziani se ancora una volta mi trovo costretto a parlar bene di Matteo Renzi. La colpa non è mia né di Renzi. La colpa è della mediocrità dei 'leader' che loro ancora si ostinano a considerare tali. Non vogliono ammettere che Renzi guida personalmente un motoscafo con un motore e un timone e gli altri delle povere imbarcazioni a vela la cui rotta dipende dai tanti timonieri, dalla forza e dalla direzione del vento. Quando Renzi va a sbattere, ripara il motoscafo. Poi riparte. Quando non ha benzina, prende il gommone, rema e va a riempire le taniche. Poi riparte.
Gli altri, quando vanno a sbattere, dicono che lo scoglio lo ha messo Renzi, cambiano il gruppo dei timonieri, aspettano che si alzi di nuovo il vento giusto.
“Sì ma Renzi non va oltre il 3%”.
Certo ma si potrebbe anche osservare che con quel 3 percento:
- ha impedito il governo PD-grillini quando i grillini erano forti e arroganti, lasciandoli nelle mani di Salvini che li ha fortemente ridimensionati;
- ha fatto il governo con i grillini quando avevano perso almeno la metà delle loro certezze e dei loro consensi;
- ha fermato Salvini che voleva nuove elezioni e pieni poteri;
- ha, con il nuovo governo, lavorato e ottenuto una nuova Europa, togliendo a Salvini uno dei due argomenti chiave della sua propaganda elettorale, ridimensionando i suoi consensi che adesso è costretto a litigarsi con la Meloni;
- ha detto a Conte che l'inadeguatezza ora è un lusso che non ci possiamo permettere, gli ha fatto cancellare i 300 esperti del Recovery Fund e rifiuta i ministri in più che gli vengono offerti perché stia buono a cuccia, come gli altri.

Figuriamoci cosa riuscirebbe a fare se avesse più del 3%.

Meno male che è antipatico, ve'?

Detto ciò..
Io non ho nulla contro questo governo. Ha fatto tutto quello che poteva fare. Anche di più, visto l'esito elettorale del 4 marzo 2018, che ha riempito il Parlamento di un personale politico rispondente in tutto e per tutto all'elettorato che lo ha scelto: in prevalenza rozzo, arrogante, incolto, rissoso. Ma è la democrazia bellezza!
Con la pandemia è piovuto sul bagnato. Mi è toccato difendere a volte anche il ministro Speranza che non si aspettava certo una trave nell'occhio di quelle proporzioni. Certo godevo quando si trovava contro le Regioni che il suo ottuso No al referendum costituzionale aveva lasciato libere di mettersi contro lo Stato centrale su cose vitali. Per non parlare dell'inutile Senato che adesso accetta la sua palese inutilità votando senza fiatare tutto quello che gli passa la Camera.
Il lavoro in Europa è stato eccellente. I risultati notevoli. Inimmaginabili.
Ma i 209 miliardi conquistati richiedono una visione e una capacità di gestione difficile da realizzare, tanto più con questo assetto istituzionale paralizzante. Il nostro povero governo è assolutamente inadeguato a sostenere tale impresa in questa occasione che è storica e irripetibile. Tutti se ne rendono conto ma sono simpatici e tacciono. Matteo Renzi per fortuna è antipatico e lo dice. Italia Viva sa bene che l'impresa va oltre anche le indubbie capacità del suo leader. Per questo punta i piedi e vuole che siano messe in campo personalità di indiscusso valore sostenute da un ampio consenso parlamentare. Per definire una visione d'insieme capace di convogliare tutti gli sforzi nei vari settori senza disperdere energie. Per fare le cose che Mario Draghi ha detto: debiti “buoni” per riforme strutturali, infrastrutture strategiche, alta formazione e lavoro (non assistenza) perché le cose sono più gravi di quello che sembrano. Per fare le cose che L'Unione Europea chiede per erogare quei fondi. Nessuno può pensare che personalità di indiscusso valore si mettano alla mercè di maggioranze squinternate, di opposizioni che puntano al tanto peggio tanto meglio, dei ricatti di pubblici dipendenti forti delle loro rendite di posizione, delle Regioni che si mettono di traverso, dei TAR che bloccano, dei NO-TUTTO che sabotano cantieri di opere strategiche decise e finanziate da anni, di una stampa che ha rinunciato a svolgere il suo ruolo di informazione e controllo con la serietà e la professionalità necessarie.
Ci vuole un ampio consenso, un patto tra persone perbene, intellettualmente oneste, se ancora se ne potranno trovare. Un orgoglio nazionale da suscitare.
Ignoro come si uscirà da questa ennesima crisi. Ma non abbiamo scelta: o tiriamo fuori il meglio da tutti o sarà la fine.
Una fine allegra visto che con tutti i simpatici di cui ci circondiamo, ci ammazzeremo dalle risate.