Consiglio non richiesto
di Alberto Galanti---06-03-2021
Nella seconda metà del 2001, Piero Fassino, autorevole dirigente politico che ha sempre goduto e gode della autentica stima, in Italia e all'Estero, di compagni, amici e avversari, presentò una mozione al congresso dei Democratici di Sinistra. Il titolo era inequivocabile: 'O si cambia o si muore'. La mozione vinse e Fassino divenne il segretario dei DS con il 61,8% dei voti. Io, che ero uscito dal PCI 15 anni prima, presi con entusiasmo la tessera dei DS. Fassino fu riconfermato con il 79% dei voti al congresso successivo. La mia fiducia fu ben riposta perché la sua proposta politica venne coerentemente portata avanti fino alla confluenza dei DS nel PD, partito che nel 2007 Fassino contribuì a far nascere. Sto parlando di un padre nobile di un partito nato con la vocazione maggioritaria e quindi con l'aspirazione di riunire tutti i progressisti italiani, dal centro liberal-socialista alla sinistra proveniente dal mondo dei comunisti italiani. La storia la conoscono tutti e non aggiungo altro. Voglio solo dire, se i miei amici iscritti al PD mi consentono di mettere bocca negli affari loro, che Fassino avrebbe l'esperienza, il prestigio e l'immagine giusta per traghettare questo PD in crisi fino alla celebrazione di un nuovo congresso (vero), mantenendo la prioritaria e indispensabile attenzione alle questioni di governo. Draghi è una garanzia ma non può far miracoli.