Vogliamo parlare sul serio di nucleare? Quando mai!
di Carlo Corridoni---05-09-2021
Ci sono argomenti dei quali non si può parlare.
Meglio, se ne deve parlare quando Qualcuno decide che se ne parli, ma senza che nessuno possa dire (o ascoltare) niente di opinabile, portando la discussione su piani appena un po' più approfonditi dei discorsi da autobus.
Sono argomenti da battaglia, da schieramento ideologico, che hanno l'unico scopo di contare le milizie-militanti, le truppe cammellabili che vengono assai più apprezzate quanto meno sono informate realmente sugli argomenti in questione.
I discorsi da autobus formano infatti il pensiero corrente che alimenta il sondaggismo, guai a inibirli o almeno scoraggiarli. Sono discorsi fra una fermata e l'altra: l'apertura della porta li interrompe comunque, ed essi si concludono indifferentemente con un saluto sfuggente o con un'ingiuria strozzata nella gola.
Il nucleare è tabù, non solo dal punto di vista della Ricerca scientifica, ma anche della Tecnologia e dell'Economia. Della Storia medesima, quando riflettiamo che ancora oggi si ignorano i fatti del 1964 e nessuno ne approfondisce le motivazioni. Più o meno politiche, più o meno economiche. Non esenti da complementi più o meno criminali.
Ma poi, non lo sapete che cosa è successo a Chernobyl? Allora ditelo!
Un ministro, uno finalmente competente, adombra l'esistenza di una trappola approntatagli e io sono propenso a credergli: siamo o non siamo nel Paese di quelli che a pensar male ci si azzecca quasi sempre?
Ecco subito un altro ministro, inizialmente incompetente, assicurare che lui stesso si metterà sicuramente di traverso a qualunque nucleo, a qualunque neutrone... (mi pare di ricordare che il suo punto d'onore fosse il Vincolo di Mandato: chi glielo avrebbe dato, nell'occasione, questo vincolo?)
Così, messo il ministro competente con le spalle al muro, di nucleare non ne sentiremo più parlare per un pezzo ... e forse sarà meglio così. Ci saranno risparmiate le peggiori frescacce!