Aborto. Il taglio retorico di Francesco ricorda Savonarola
di Carlo Mari---19-09-2021
Cara Rosy, ho letto con molta attenzione il tuo intervento su Papa e aborto, intervento intenso, appassionato e in qualche modo anche sofferto, su un tema quanto mai complesso e irrisolto come quello del rapporto della Chiesa con la scelta dell’aborto. E forse irrisolvibile, come realisticamente nel suo intervento scrive Alberto, che in buona sostanza questo si aspetta come posizioni espresse dall’alto del trono e della cattedra di Pietro. Qui non intendo entrare nel merito… e comunque di fatto, Rosy, “sento” dentro di me le tue riflessioni. Intendevo solo segnalarti una cosa che hai scritto e che - mia impressione - ritengo riveli una ingenuità. Quando all’inizio scrivi che non ti aspettavi “da Papa Francesco parole così vibranti di condanna come faceva Savonarola”. Cara Rosy, ma Papa Francesco è esattamente un Savonarola, per il taglio oratorio sempre carico, sferzante, lessicalmente apocalittico e i contenuti eticamente rigoristici e ultimativi; e starei per dire…. imprevedibilmente poco “gesuitici”, ma appunto molto savonaroliani. E in questo mi sento di dissentire da Aberto; non c’è ordine del giorno che tenga per rendere “più attenti alle conseguenze sociali di certe affermazioni di principio”. L’approccio è e sarebbe quello. Comunque qui mi limito solo a notare una somiglianza, oratoria e di approccio. Allora perché sorprendersi, Rosy? Perché sorprendersi dei toni… e dei contenuti? Però diciamo pure che… la storia della Chiesa non è solo Savonarola.