Aborto. Un utile dibattito tra noi
di Rosy Ciardullo---21-09-2021
essere intervenuta sul tema dell’aborto, sollevato dagli anatemi di Papa Francesco, è stato utile anche a voi, che avete arricchito il dibattito esprimendo il vostro pensiero su aspetti da me non considerati o non trattati per brevità di discorso.
Caro Carlo M., non sono mai stata convinta dalla retorica pauperistica e visionaria del Papa, ciò nonostante continuo a stupirmi dell’aureola di buonismo che circonda la sua figura ormai da otto anni, soprattutto in considerazione delle zone d’ombra che gravano sul suo operato prima del pontificato, in Argentina. Ma anche per gli eccessi apocalittici del suo dire su argomenti che necessitano di una base scientifica. Non mi convince neanche la sua insistenza sul discrimine tra matrimonio cattolico e unioni civili. Conosco molte persone che sono conquistate dal suo atteggiamento di accoglienza verso gli ultimi. Ma è proprio questa doppia veste che non solo io ma tanti altri non accettano. Sul tema basta far riferimento al disappunto espresso da Michela Marzano e Piergiorgio Odifreddi sulla Stampa, qualche giorno fa. Queste note di oscurantismo scagliate come pietre rimandano al conservatorismo millenario della chiesa. Lo so, fa parte della sua filosofia intrinseca. Ma accanirsi con parole come “il medico abortista è il sicario delle donne”, “inverno demografico” ovviamente imputabile alle donne, non lascia nessun appello sul suo modo parziale di intendere i problemi dell’esistenza. In particolare, ad oggi non ho mai sentito parole accudenti o di condanna da parte del Pontefice sulla discriminazione che le donne patiscono in ogni contrada del mondo.
Ascoltiamo tutti quello che dice, laici e non, uomini e donne, e non possiamo fare a meno di rimanere attoniti e spiacevolmente sorpresi dai suoi giudizi.
Caro Alberto, concordo con te che il Papa sia la massima autorità religiosa dei cattolici, ma voglio ricordare che vive in questo mondo e che parla alle moltitudini imponendo la retorica (non sempre naturalmente!) dei suoi valori immutabili e non scientifici. Concorre alla formazione di quell’analfabetismo funzionale e ad un certo all’addormentamento del senso critico che ci assedia su più fronti.
Hai fatto benissimo a ricordare che la scarsa applicazione della legge 194, di competenza esclusiva delle forze laiche e parlamentari, dovendo fare i conti con l’ambiguità dei medici che si trincerano dietro l’obiezione di coscienza, è rimasta lettera morta nelle modalità operative.
Caro Carlo C., ti ringrazio per riuscire ad avvicinarti ogni volta ai tanti temi con empatia e ricordandoci il come eravamo.
Soprattutto hai messo in luce la questione della disparità economica e sociale che fa la differenza anche su un’esperienza spinosa come l’aborto. Come tu dici: la legge c’è e va applicata, nessuna colpevolizzazione. Ma nonostante ciò, quante donne devono scegliere l’aborto per non perdere il posto di lavoro. Ed anche questo, puntualmente, lo hai ricordato.