Di nuovo Renzi
di Rosy Ciardullo---30-01-2022
Ci risiamo. Come non cogliere di nuovo l’aspetto strategico di Matteo Renzi anche in questo appuntamento politico così fondamentale nella vita politica del Paese come l'elezione del Presidente della Repubblica.
Il veto posto con forza (Letta dov’era, mi viene da dire!) contro l’elezione di Elisabetta Belloni, è stato l’ennesimo colpo di coda prima che la nave affondi. Un’azione magistrale, condotta da un leader con una percentuale minima di voti elettorali che i più neanche osano nominare.

Anche Mario Draghi, il condottiero, ha parato subito il colpo chiedendo al Presidente, Sergio Mattarella, di rimanere al suo posto per i prossimi sette anni. Un binomio vincente che dovrebbe andare avanti, questa volta sì, senza fare sconti.
Un anno fa, periodo cruciale per il destino politico del Paese, fu invece Mattarella a chiedere a Draghi di assumere la guida del governo.
Si sono scambiati il favore. Parola di due galantuomini.

Nella crisi vera che sempre aiuta a fare chiarezza, nella maggioranza, sono spuntate posizioni divergenti, esplose questioni non ricomponibili, tra Conte e Di Maio, e tra Giorgetti e Salvini. Vedremo che cosa produrranno: se un assist al governo Draghi o un’ulteriore confusione e ritardi di fronte ai problemi urgenti del paese. Caro energetico, la guerra in Ucraina, l’impiego dei fondi del PNRR.
Le destre hanno mostrato la loro estrema disarticolazione, un andare senza meta, riconducibile solo agli impulsi scoordinati di Salvini, che si muove in un magma indecifrabile anche questa volta.
Manca ancora molto per la nascita di un soggetto politico di centro destra con cui poter interloquire.

L’assenza dominante del tratto laico e non di bottega dell’italiano medio, è moneta corrente nei libri di Ennio Flaiano oppure di Corrado Augias, quando descrivono il carattere degli italiani e ovviamente dei governi che scelgono.

L’ultimo capolavoro di Matteo Salvini è stato quello di buttare nella mischia la diplomatica Elisabetta Belloni, attuale Capo dei servizi segreti, di grandi competenze soprattutto in campo internazionale, che con una torsione istituzionale a dir poco inopportuna sarebbe dovuta diventare Presidente di uno Stato repubblicano.
Sarebbe stato il terzo caso dopo Russia ed Egitto, regimi non occidentali, notoriamente interessati a governare secondo i canoni di uno stato di polizia.

Mi è dispiaciuto comunque che il nome di una donna di quel calibro e con quelle competenze sia stato gettato nel tritura carne dei papabili da eleggere, per la voglia di protagonismo di Salvini che, reduce dalle sue figuracce, prometteva al paese, il primo Presidente donna della Repubblica italiana.