Memoria storica e attualità
di Carlo Mari---11-05-2022
Nell’ambito delle nostre attività progettuali con scuole superiori, romane e non, particolare interesse ha assunto quella realizzata con il liceo Tacito, peraltro nostro partner abituale ormai da anni. “La memoria storica”, il tema del percorso svolto con gli studenti dell’Istituto; e come attraverso la memoria storica si possa arrivare ad una più lucida e approfondita comprensione del presente. E’ quello che fanno gli studenti abitualmente con i loro docenti di storia, e non solo. E con i loro manuali, che però spesso si concentrano sui fatti più eclatanti della Storia, i più riconoscibili dalla memoria collettiva. E non possono andare a scavare fra risvolti – apparentemente minori – della grande storia, ma che pure sono indicatori significativi del passato, e conseguentemente aiuti preziosi per decifrare il presente. E’ quello che gli studenti del Tacito, con la guida del Prof. di storia Stefano Bozza – nella sua duplice veste di docente di quegli studenti e nostro socio – stanno realizzando in questo anno scolastico. E sovente agli studiosi e docenti di storia sono di grande aiuto ricercatori di altro taglio professionale, come i giornalisti.

E’ quello che abbiamo realizzato con l’intervento del Dott. Vincenzo Sinapi, caporedattore della principale agenzia di stampa italiana, l’Ansa, ma anche studioso di storia. Il 21 aprile scorso Vincenzo Sinapi si è incontrato con noi e, in presenza nella nostra sede di via Ruggiero di Lauria, con gli studenti del Tacito impegnati nel progetto, accompagnati dal Prof. Bozza e dalla Dirigente Scolastica Daniela Pucci. Tema dell’incontro, il libro storico pubblicato nel 2021 dal Dott. Sinapi, intitolato “Domenikon 1943. Quando ad ammazzare sono gli italiani” (ediz. Mursia).
La ricerca che ha portato Vincenzo Sinapi alla pubblicazione di questo libro risale ad una vicenda del 1943, Martedì 16 febbraio, in Tessaglia. Seconda guerra mondiale. Scontro fra partigiani greci e truppe di occupazione italiane, inviate dal regime fascista di Benito Mussolini. Una vicenda come tante che purtroppo costellano le guerre, con soldati occupanti uccisi e successiva rappresaglia dell’esercito invasore. E di queste dinamiche tragiche nella seconda guerra mondiale noi italiani ne siamo ben al corrente, ma in genere nelle vesti delle vittime. Nel caso specifico invece la rappresaglia, durissima e spietata, vide noi italiani nel ruolo dei persecutori. Il villaggio di Domenikon, il più vicino al luogo della scontro cui si accennava, venne occupato da reparti militari italiani composti in parte da quelli che apparvero agli occhi degli abitanti stessi come «soldati ragazzini». Case già povere, rapinate e incendiate. La popolazione maschile, dai 14 agli 80 anni, rastrellata, torturata e, durante la notte alla luce dei fari degli automezzi militari, fucilata e sepolta in fosse comuni. Le vittime furono circa 150.
Ma questo episodio, in sé circoscritto nelle vicende epocali della seconda guerra mondiale, ma davvero tragico e indimenticabile per le famiglie degli uccisi, non è assurto alla notorietà delle pagine della storia e della cronaca; rimasto, probabilmente come tanti altri in tutte le guerre, nelle retrovie della memoria. Come il libro di Sinapi racconta, a distanza di molti anni, addirittura negli anni duemila, dopo le giuste pressioni degli eredi delle vittime, è riemerso e ha portato ad indagini del Tribunale militare italiano. Che peraltro lo ha ricostruito e di fatto confermato. Ma non solo il tempo passato (alcuni decenni, con la morte sopravvenuta dei protagonisti ed artefici della strage), ma la realpolitik (non per questo meno sconvolgente ed iniqua) del presente ha portato ad una archiviazione; in una macabra partita di scambio col silenzio o la mancata rivendicazione di giustizia su tante altre stragi e rappresaglie, con gli italiani nel ruolo di vittime nei confronti delle truppe di occupazione tedesche. Insomma un tacitare la storia con il tempo che passa e seppellisce la memoria anche sotto scorie prodotte da equilibri politici, militari, giuridici ed economici legati agli interessi del presente.
Alle vittime ed ai loro eredi almeno va il rispetto della memoria sollecitato da libri come questo di Vincenzo Sinapi. Che naturalmente merita di essere letto intregralmente, al di là di questa nostra estrema sintesi. E questo è stato il tema ed il contenuto intenso dell’incontro con gli studenti del Tacito, che hanno seguito con assoluta attenzione e partecipazione il racconto dell’autore, peraltro abile nel farsi ascoltare con il suo stile narrativo asciutto da giornalista. A seguire domande interessanti di studentesse e studenti che hanno consentito di approfondire ulteriormente.
Insomma una mattinata di grande intensità emotiva, e di grande rilievo culturale, in quanto ha consentito di mettere insieme la voce della storia ed il richiamo – evidente e sofferto – alla attualità. Che purtroppo in queste settimane è tornata a parlarci di guerra, di atrocità, di sofferenze. Di una disumanità che sembra proprio non avere età e tornare ad essere protagonista: oggi come ieri. Guerra e disumanità