Qual'è il prezzo?
di Piero Fortini---13-11-2022
Ieri, come tutti, ho visto donne e uomini di Kherson abbracciare i soldati ucraini e portare loro fiori raccolti nei campi. E baciarli come figli, senza sapere ancora se e quando i loro figli veri torneranno. Ho visto la luce nei loro occhi, la loro commozione quasi incredula. Poi ho visto le tante migliaia di persone riversarsi sulle strade della loro città liberata, avvolte nelle loro bandiere.
Mi sono chiesto, di fronte a tale esplicita esplicita espressione di tripudio, cosa hanno da dire i nostri pacifisti a oltranza a queste persone. Quali città si dovrebbero lasciare sotto il tallone di Putin 'per non vedere altri ed altri morti'? Luhansk, Donhesk, Zaphorizja e quali altre? 'Per finire subito questa guerra, che porta solo distruzione' a quanti Ucraini dovremo negare la libertà e l'euforia dei cittadini di Kerson, qual'è il numero giusto, tre, cinque, sette milioni 'per evitare una guerra nucleare?'.
Quale è 'un giusto compromesso tra i contendenti per avere una pace subito? Perché Putin vorrà avere riconosciute alneno una parte delle sue conquiste, o no?
È il momento, cari pacifisti, che voi diciate con chiarezza agli Ucraini quale prezzo debbono pagare perché noi si possa tranquillamente continuare le nostre vite, andare al lavoro, qualche volta al cinema o al ristorante e guardare le nostre serie preferite su Sky o coltivare i fiori nel nostro giardino.
Di fronte ai cittadini di Kherson, che sono stati i primi ad essere bombardati, ora che sono di nuovo liberi, dovete dire loro le vostre proposte concrete per conquistare la pace. Le avete o vi limitate a dire che la pace è meglio della guerra?
No perché se è solo questo, lo avevano già detto anni fa Arbore e Catalano. E se sono questi i vostri leader, allora è meglio che lasciate decidere agli Ucraini quale è la pace giusta e come conquistarla.