Ne vale la pena !
di Carlo Mari---29-11-2022
Anche in quest’anno scolastico si sono avviati i progetti della nostra Associazione con le scuole. E dopo l’incontro inaugurale in videoconferenza, generale e collettivo con tutte le scuole dei progetti, di Roma, Palermo, Caserta e Torino, stanno entrando nel vivo gli incontri in presenza presso i vari istituti scolastici, quest’anno ancor più numerosi.
Su questo nostro sito già è stato riferito di altri eventi. Per quanto mi riguarda posso rendicontare sui due che finora ho seguito personalmente, insieme alle nostre socie Paola Pace e Marina del Manzo.
Il 18 novembre si è svolto all’Istituto Santa Maria un incontro, con due classi di maturità, del giornalista di Rainews24 Gerardo D’Amico. Giornalista scientifico, tema scientifico, relativo alla pandemia, ai problemi sanitari in genere e al rapporto fra salute dei cittadini e informazione. D’Amico ha chiaramente illustrato come cercare di districarsi fra le fake news in tema di salute. E se le fake news sono sempre dannosissime per l’opinione pubblica e per i singoli cittadini lettori, qualunque sia il campo e il problema su cui si diffondono, lo sono particolarmente – come è ovvio – quando il tema in questione è la salute. Con esempi direttamente tratti da giornali, TV e riviste, D’Amico ha portato numerosi esempi di come, sia in relazione alla pandemia sia in relazione ad altre questioni sanitarie (a cominciare dalla grande calamità oncologica), circolino – e non da oggi – notizie false o quanto meno manipolate; o, ipotesi minima, non adeguatamente verificate, e quindi in sé portatrici di rischio disinformazione, laddove il lettore ne possa restare suggestionato e influenzato. E occorre anche dire come in campo sanitario a volte parlare di fake news sia addirittura riduttivo, perché ci si imbatte in veri e propri ciarlatani e imbroglioni.

Diverso l’incontro tenutosi presso il Liceo Dante Alighieri il 29 Novembre. Diverso non per la gravità e complessità del tema, che è stato l’Europa (come sappiamo autentico filo conduttore dei nostri progetti con le scuole). E il tema Europa è stato sviluppato in particolare lungo quattro linee fondamentali: -- un po’ di storia della UE -- la capacità di presa o meno dell’ideale europeista presso le giovani generazioni, dopo il grande sogno che diede inizio al percorso dell’Unione -- la pandemia -- la guerra russo/ucraina e la conseguente crisi energetica. Dunque tema di evidente complessità e gravità; anzi, diciamo pure il tema principe all’ordine del giorno della attualità. E dunque diverso l’incontro lo è stato da un altro punto di vista, in quanto il relatore era Francesco Bechis, giornalista giovanissimo men che trentenne, e soprattutto ex alunno del Dante. Se si aggiunge che anche il sottoscritto era un ex (per dieci anni dirigente scolastico di quel liceo) si comprende bene come il clima dell’incontro abbia assunto il profilo di una vera e propria chiacchierata, lontana da ogni formalismo, fra tanti baci e abbracci ed un bel po’ di emozione. Ma ben interessante grazie agli interventi di alcuni studenti, non solo partecipi, ma consapevoli dei temi in questione e della loro complessità. Alcune domande sono risultate non solo pertinenti, ma anche stimolanti su questioni di politica estera e di politica economica e monetaria, con evidenti livelli di conoscenza dei problemi tutt’altro che scolastici.
Insomma i progetti della nostra associazione con le scuole procedono in modo che ci conforta in questo nostro impegno, e presentano anche una caratteristica che a me sembra importante: la varietà, che si lega certamente alla varietà degli ospiti che accolgono il nostro invito a girare per le scuole; ma anche alla varietà vera e autentica dei giovani che incontriamo.
Prima dell’incontro al Santa Maria il giornalista D’Amico mi aveva chiesto: cosa devo aspettarmi dall’incontro, come capita in queste attività con le scuole: studenti che sbadigliano oppure guardano l’orologio oppure contenti più che altro di aver saltato qualche lezione ordinaria? Beh, come è umano che sia, si possono incontrare le reazioni più varie, comprese quelle paventate dal giornalista. E però una cosa conforta: non si vedono sbadigli. L’attenzione c’è. Poi c’è lo studente che interviene e introietta e metabolizza in modo evidente; e c’è lo studente che sembra passivo, ma introietta eccome, in modo diverso, ma introietta. E così puoi trovarti di fronte a uno studente che a distanza di due mesi tira fuori e cita, precisa precisa, una cosa detta da uno dei relatori nell’incontro inaugurale: e in videoconferenza, che già di per sé non facilita certo la concentrazione.
E allora, diciamo …. al prossimo incontro. Ne vale la pena.