Di spocchia e di altro. Riflessione a margine del nostro incontro sull'Iran
di Alberto Galanti---08-12-2022
Stamattina ho visto un articolo di L. Borsatti tra quelli da non perdere della nostra rassegna.
Coerentemente la giornalista non fa che ribadire in questo articolo le sue convinzioni sulla gravissime responsabilità dell'occidente per il clima di terrore in cui il regime iraniano fa vivere la popolazione e le donne in particolare. Convinzioni già illustrate, come relatrice, nella nostra riunione, dedicata alle proteste in Iran.

Nel corso dell'incontro ho avuto la sensazione di avere a che fare con una giornalista molto autoreferenziale, estremamente critica nei confronti della stampa internazionale che, a suo avviso, parla dell'Iran senza conoscerlo. Una conoscenza che la giornalista orgogliosamente ritiene di aver acquisito nei due anni trascorsi come corrispondente ANSA a Teheran. Siccome, a parer mio, esibisce questa sua conoscenza come unica certezza inossidabile rispetto ai dubbi che si cura di seminare nei suoi occasionali interlocutori, vittime di una informazione distorta quando non faziosa, le ho chiesto quali fonti consultare per essere indotti meno in errori di valutazione su un argomento così tragico. La domanda era d'obbligo, considerato che dopo la sua partenza da Teheran di qualche anno fa, avrà sicuramente voluto continuare ad informarsi bene, vista la sicurezza esibita nel dire ancora la sua sull'Iran. Dal video del nostro incontro ho estratto tre spezzoni: il primo riguarda la sua affermazione che mi ha spinto a intervenire (2 minuti e 15 sec; il secondo riguarda la mia esplicita domanda (2 minuti e 45 sec); il terzo contiene la sua risposta (13 minuti).