Democrazia, libertà e... scuola
di Carlo Mari---25-02-2023
Una due giorni intensa, interessante e gradevole. Mercoledì’ 22 e giovedì 23 febbraio nell’ambito dei nostri progetti con le scuole, abbiamo incontrato un gruppo di studentesse e studenti del quinto anno del Liceo Dante Alighieri. Il primo giorno insieme alla giornalista del Sole24ore Emilia Patta (già ospite in una videoconferenza della nostra Associazione); il secondo giorno con il giornalista Marco Damilano. Il tema, uguale nei due incontri, e piuttosto articolato, fin troppo: l’Europa, il cambiamento, i giovani, la comunicazione e il ruolo dei media in generale. Il tutto con lo sfondo dello scenario della politica, internazionale e nazionale, ed il suo profilo dominante: guerra, crisi economica, conflitto democrazia/autocrazie. Tanta carne al fuoco, che la Patta ha ricondotto nella sua relazione introduttiva ad una organicità davvero straordinaria, sul piano storico e su quello comunicativo. Potremmo dire che, tra le altre cose, è stata una utile lezione su come si sviluppa un argomento ampio cogliendone tutti i collegamenti, i link interni e profondi. E infatti le studentesse e gli studenti non si sono persi, ed hanno reagito intellettualmente non solo con attenzione, ma anche con successive domande appropriate e stimolanti, piegando progressivamente il dibattito sul ruolo della comunicazione e su come difendersi da fake news, propaganda o, peggio, manipolazione.
Il secondo giorno prima dell’arrivo di Damilano, il sottoscritto con la Docente referente dell’istituto, Emanuela Giappichelli, e la socia Paola Pace, ci siamo intrattenuti con gli studenti ad approfondire quanto emerso il giorno prima. E la riflessione ha cominciato a piegare decisamente verso il tema dei temi, che teneva e tiene tutti insieme gli altri argomenti: la democrazia, la libertà. Come definirle, come difenderle, come aggiornarle alla storia che evolve, come amarle. Convergendo rapidamente tutti, adulti e giovani presenti, verso l’idea che democrazia non è solo un assetto istituzionale, non è solo un profilo politico del modo di organizzare la vita di una comunità, ma è ancor prima, ad un livello che potremmo definire prepolitico ed antropologico, un modo di essere e di relazionarsi con l’altro e con gli altri. Anticipando, inconsapevolmente, un dibattito che nel paese si è andato sviluppando negli ultimissimi giorni conseguentemente agli scontri fra giovani davanti ad un liceo fiorentino ed alla comunicazione di una dirigente scolastica di Firenze ai suoi studenti.
Si è unito poi a noi Marco Damilano, lasciato libero di andare un po’ di istinto e di creatività del momento verso una riflessione da proporre al gruppo studentesco di ascolto. Damilano,con stile comunicativo altro rispetto a quello della collega del giorno prima (più espositivo/narrativo/estroverso quello della giornalista Patta, più pensoso, introspettivo e alla ricerca dell’idea e delle parole adeguate quello di Damilano) ha tessuto una riflessione che ha riproposto da angolazioni diverse esattamente le stesse considerazioni fatte da Emilia Patta, da noi, e da studentesse e studenti. E tutto, Europa, lavoro, guerra, economia, media, scuola, crisi del giornalismo, si è andato unificando organicamente sotto l’ombrello del problema totalizzante: democrazia e libertà. Da conquistare, da difendere… e da riconquistare ogni giorno. E Damilano è stato su questi punti netto, chiaro, inequivocabile. Ed amabile umanamente, oltre che giornalisticamente.
Ci sono stati momenti nei quali poteva sembrare che con i due giornalisti ci fossimo messi d’accordo, toccando le stesse note, le stesse modulazioni, gli stessi esempi. E non è così; i due colleghi forse nemmeno si conoscono di persona. Evidentemente è l’evidenza della realtà che l’ha fatta da padrona in una due giorni che studentesse e studenti hanno apprezzato. Con un comportamento peraltro di assoluta gradevolezza, partecipazione e qualità anche comunicativa. Quanto lontani dalle pulsioni nervose, dalle tensioni, dalle intolleranze che negli ultimi tempi la vita delle scuole ha fatto registrare.
Qualcuno fra i giovani presenti ha espresso poi una considerazione che mi permetto di riassumere e riferire: spero di non violare un privato personale, del resto è espressione di stima nei suoi confronti. Tra pochi mesi, fatta la maturità, devo iscrivermi all’università. Ho i miei orientamenti, e un po’ tutti intorno tendono a farmeli cambiare, come scelta di studi e lavoro di prospettiva. Dopo questi due incontri i miei orientamenti sono diventati scelte consolidate.

Possiamo dire che basterebbe già solo questo – e non c’è stato solo questo – per affermare che quanto abbiamo organizzato, associazione e scuola, ha avuto un senso.
Ne è valsa la pena.