Le domande di Carlo
di Piero Fortini---07-03-2023
Faccio alcune considerazioni appoggiandomi all'interessante riflessione compiuta da Carlo Corridoni sulle primarie del Pd, aggiungendo qualche mia perplessità, senza entrare nel merito politico dell'elezione della Schlein, ma per riflettere su quella che potremmo chiamare 'deontologia' di partito. Non dando a tale termine niente di rigido e immutabile, ma cercando di capire le basi minime per cui una comunità politica possa autodefinirsi partito.
Il primo punto problematico è che gli elettori hanno letteralmente rovesciato il voto degli iscritti. Quindi, in che misura quegli iscritti erano partito se non rappresentavano né erano capaci di interpretare la volontà degli elettori? In che modo e misura quegli iscritti possono ancora essere considerati 'il Pd'? E che credibilità aveva un partito 'guidato' e supportato da questi iscritti nell'ultimo anno prima delle primarie? Per quali ragioni politiche si è potuto creare un tale cortocircuito tra 'partito' ed elettori?
La elaborazione dei dati elettorali delle primarie operata da Noto per Porta a porta ha evidenziato ulteriori problematiche. Tra i votanti delle primarie solo il 50% aveva alle politiche di settembre votato Pd, solo il 50%. Pertanto sorge il dilemma: chi elegge il Segretario del Pd? Non i propri iscritti, perché sconfessati; ma nemmeno gli elettori del Pd, visto che erano solo la metà dei votanti. Ulteriore considerazione viene dal fatto che il 22% dei partecipanti alle primarie avevano votato i 5s nelle politiche di settembre. Quindi potremmo concludere di essere alla presenza di una parziale opa da parte di un altro partito sulla scelta del leader del Pd.
In conclusione e alla luce di questi fatti il Pd è un partito giustamente contendibile o è un'entità spugnosa penetrabile da ogni scorreria esterna? È un partito con una propria spina dorsale politica e organizzativa o un movimento di opinione fluido senza alcun argine in entrata e in uscita, scalfibile da venti e refoli esterni? E, soprattutto, quale credibilità politica e di governo può garantire un'entità così labile?