251. Di Nanni Moretti. Naturalmente!
di Carlo Corridoni---17-05-2023
Apprezzo talmente la riunione del quindici maggio, che ripeterei esattamente il giudizio che espressi nel mio precedente intervento del tre di marzo, dopo un incontro molto simile.
Gli interventi 'a ruota libera' sono stati così densi di partecipazione personale e, quindi, di impliciti suggerimenti per le future attività dell'Associazione, che dopo un paio d'ore eravamo esausti e non abbiamo avuto la forza di accogliere la proposta di Alberto Galanti di parlare dell'ultimo film di Nanni Moretti: Il Sol dell'avvenire!
Sicché abbiamo rimandato la discussione sul film e sull'Autore, anche per dare ad altri Soci l'opportunità di vederlo o ri-vederlo.
Ancora ieri Luciano Canfora sulla Stampa, come Mario Lavia giorni prima sul Riformista, intervenivano su questo film per invitarci tutti alla riflessione sull'opera e sul modo utilizzato di storicizzare, storificare gli avvenimenti, prediletto dall'Autore, a partire dalle proprie esperienze di vita vissuta (e/o immaginaria), rinunciando ai metodi della storiografia scientifica.
Nanni Moretti non ammicca, non gioca sulla simpatia - e come potrebbe? - giudica severamente se stesso e tutti gli altri, a partire dai primi vicini, reali o personificati, che vengono consapevolmente ma (forse dolorosamente) respinti.
Così gli spettatori, aspramente provocati da questa manifestazione di autodisciplina, si trovano ad inquisirsi: ''E io? Come mi porrei io, sull'invasione dell'Ungheria, oggi?''.
Io (proprio come fa lui) correrei alla Sezione del PCI per strappare il manifesto che ritrae Stalin ... correrei correrei! Peccato che quella Sezione di sessantasette anni fa esiste solo nel mio ricordo. Ed è chiusa da anni!
Ed io che mi ostino a volerla ri-ri e ri-aprire, per ri-mediare ad un errore ormai termodinamicamente irreparabile!
Ecco: ne vogliamo parlare?
4C