L'inflazione
di Rosy Ciardullo---04-09-2023
La mia proverbiale mancanza di attenzione ai prezzi, questa volta, è stata sopraffatta da un evidente eccesso di aumenti che salta agli occhi di chiunque.
L’attacco questa volta colpisce soprattutto la classe media, lo strato sociale più diffuso nei ricchi paesi occidentali. Quella che, secondo i sondaggi, ha fatto fatica ad andare in vacanza e che sta già pagando una patrimoniale indiretta attraverso l’aumento costante dei prezzi di beni e servizi prodotti. Le società fornitrici di energia e gas, e quelle farmaceutiche, hanno accresciuto i loro extraprofitti ma le imposte a loro carico non sono state riviste al rialzo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’aumento delle accise sulla benzina.
Secondo l’accademia, è sempre meglio evitare l’aumento del prezzo della benzina, perché questo strumento pur sbrigativo è considerato una start up che causa in automatico l’aumento dei beni prodotti, trasportati su gomma e ferrovia. E’ un avvitamento che produce impoverimento e incertezza già sul medio periodo.

Il reddito di cittadinanza e il salario minimo interessano, rispettivamente, i primi livelli di sussistenza e il lavoro povero, ma è l’inflazione, la tenaglia prezzi-salari, a ripercuotersi sulle classi medie, che stanno scivolando verso la povertà. Modificando in anticipo abitudini e prospettive, e provocando l’erosione dei risparmi.
Sono lontane le promesse elettorali della Presidente del Consiglio, Meloni, che denunciava con veemenza muscolare l’aumento delle accise sulla benzina perpetrato come truffa a danno dei cittadini da parte dei governi precedenti. E non è di nessun interesse il suo sbarco nella realtà, non si possono estorcere i consensi per eclissare poi rapidamente sugli obiettivi elettorali. Chi si accinge a governare deve assumersi la responsabilità dell’azione politica (come correttamente fanno notare il Paesi del Nord Europa) e, soprattutto, deve avere competenze e visione, come afferma Joseph Stiglitz nell’intervista a La Stampa del 3 novembre.

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