Solo due parole sul Nagorno Karabakh vittima della storia e della geografia
di Alberto Galanti---02-10-2023
Nel 1991 a causa della dissoluzione dell'Unione sovietica l'Azerbaijan si proclamò repubblica indipendente. Qualche giorno dopo, sfruttando una vecchia legge sovietica, gli abitanti della regione Nagorno Karabakh, di etnia armena, con un referendum autoproclamarono il loro territorio Repubblica dell'Artsakh. Seguirono alcuni anni di scontri militari ma il potere in quella regione di fatto si consolidò restando agli armeni e fu considerato dagli azeri una usurpazione intollerabile. Ne sono seguiti anni carichi di tensione, con accordi di cessate il fuoco continuamente violati e azioni diplomatiche poco risolutive. Nel frattempo l'Azerbaijan ha fatto ogni sforzo economico e diplomatico per rafforzarsi militarmente.
La Russia, inizialmente amica degli armeni ha finito per svolger solo un ruolo di interposizione militare durante la tregua.
La Turchia, che da sempre ritiene gli armeni nemici (basterebbe ricordare il loro genocidio mai riconosciuto dai turchi), fornisce agli azeri strumenti di difesa.
Le forti tensioni al confine con l'Iran hanno favorito i buoni rapporti tra Azerbaijan e Israele. Da questa nazione arrivano agli azeri macchine agricole, sofisticati sistemi di monitoraggio del confine iraniano e scambi di informazioni di intelligence. Israele acquista petrolio e beneficia dell'uso di aeroporti azeri per i raid contro le strutture nucleari dell'Iran.
La Repubblica Armena poco ha potuto fare per aiutare gli armeni del Nagorno Karabakh. La sua economia è basata sul commercio con gli stati limitrofi: Turchia, Iran, Giorgia e Azerbaijan. Si possono immaginare i limiti posti alla loro azione di sostegno.
Nel 2020, 29 anni dopo la proclamazione della Repubblica dell'Artsakh, gli azeri sono tornati ad attaccare il Nagorno Karabakh. Sono seguiti due mesi di scontri durissimi, 1400 morti, e una tregua vissuta dagli armeni come un tradimento dei loro capi. Oggi, in assenza di accordi, l'ostilità azera è ripresa allo scopo di risolvere militarmente e definitivamente il contenzioso.
I nazionalismi sono una brutta bestia. E nei conflitti che scatenano è raro che si trovino statisti illuminati e leader autorevoli capaci di definire soluzioni di pace durature. In Italia per fortuna abbiamo avuto De Gasperi e il problema del Sud Tirolo è stato risolto in un modo esemplare.