Un nuovo disordine mondiale
di Piero Fortini---10-10-2023
Nel trentennio 1990-2020 si è realizzato il più grande rivolgimento dal 1900 ad oggi. Grazie a innovazioni inedite sono migliorate in modo mai così veloce e radicale le condizioni degli abitanti del mondo; un'intero continente, l'Asia, è'resuscitato'; sono cambiati i rapporti di forza tra 'mondo occidentale', prima dominante, e resto del mondo.
Ogni progressione, anche la più positiva, porta nuovi problemi e contraddizioni.
L'essere passati in 30 anni da Paesi poveri a emergenti e poi a potenze mondiali una democrazia incompiuta (India) e una dittatura (Cina) implica inedite problematiche geopolitiche. Soprattutto se i due Paesi sono anche risultante di antiche civiltà millenarie, umiliate dalle politiche imperialistiche dell'800 e della prima metà del 900. Chiaramente diventano plurali le istanze di egemonia, che nei 30 in oggetto hanno trovato spazio nelle diverse istituzioni multilaterali internazionali. Con fatica e molte problematicità, ma senza ritorni indietro.
Ma non ci sono solo vincenti in Eurasia. La Russia è uno dei pochi Paesi dell'area che ha registrato un ristagno o un decremento: produce ancora un Pil inferiore a quello italiano; dipende soprattutto da materie prime che da produzioni avanzate; ha una situazione demografica drammatica, che non dipende solo da decremento delle nascite, ma da un aumento delle morti, uno dei pochi Paesi che ha visto decurtata l'attesa di vita.E ciò nel contesto di una involuzione democratica ormai ventennale. È un Paese di questo tipo che ha determinato la svolta drammatica che stiamo vivendo: lo sdoganamento della guerra come strumento geopolitico. Non il soft power culturale, economico, civile, ma l'aggressione ad un'altro Paese per cancellarne l'esistenza. L'ultimo a praticare questa 'politica' fu Hitler.
Ora un'altra entità totalitaria, Hamas, compie lo stesso crimine. Di fronte a questo atto di guerra, no, non discuto di Israele e Palestina. Condanno inequivocabilmente. Con alcune considerazioni.
Israele è l'unica democrazia in MO, indipendentemente dalla bontà di volta in volta dei suoi Governi. È lo Stato democratico che i fondamentalisti vogliono distruggere, e con esso un faticoso processo di avvicinamento tra Israele ed altri Stati arabi.
1.8mln di arabi abitano Israele (20% della popolazione), in tutto e per tutto cittafini israeliani.
Sono fuori Roma, altrimenti stasera starei all'arco di Tito alla fiaccolata promossa dal Foglio in difesa dell'esistenza dello Stato d'Israele. Perché questa è la priorità assoluta.
E questa è la partita generale: totalitarismo e guerra contro democrazia libertà e pace. Bisogna arginare questo morbo mortale affinché non si propaghi.