260. Se può andar male, lo farà.
di Carlo Corridoni---12-10-2023
Concordo con gli ultimi contributi posti nel SITO, sulla presenza nel nostro Paese di atteggiamenti e tendenze sostanzialmente antisemiti, espressi magari in forme 'politically correct' e perfino nell'ambito dell'esercizio di una 'ingenua' libertà d'opinione.
Al dubbio che potremmo trovarci ad interloquire con soggetti esposti al dubbio, ammesso pure che questi si manifestino (in qualche modo), sono convinto che sia opportuno rispondere subito e che sia nostro dovere di prepararci a controbattere, avversandoli sapientemente.
Qualora percepissimo questa sensazione, far finta di non aver capito, infatti, potrebbe essere interpretata come una blanda accondiscendenza, ma tagliare corto esprimendo disprezzo per tali atteggiamenti potrebbe essere anche peggio: perché potrebbe indurre radicalizzazioni e prese di posizione definitive. Anche da parte dei nostri primi vicini, soprattutto i giovanissimi.
Per ricalcare un comportamento già raccomandato, dovremo essere sinceri come agnelli e avveduti come serpenti.
L'azione terroristica di Hamas non ha solo la dimensione di un atto di guerra, è un atto p r o p a g a n d i s t i c o, come una chiamata alle armi e alla costituzione di schieramenti armati, di martiri (testimoni) già martirizzati da Israele.
Credo che la maggioranza di governo abbia chiara la situazione, anche se sempre più chiaramente le attività intraprese eccedano soprattutto nelle posture presenzialiste in campo internazionale.
Occorre da parte nostra fare chiarezza sulla contraddizione che vive lo Stato democratico di Israele, il quale è formato da cittadini, che professano, però, religioni diverse (credenti) ed è pure confessionale e deve, quindi, rivolgersi a soggetti diversamente orientati.
Da noi, questa distinzione già confonde di per sé i più semplici: per i quali ebreo e israeliano coincidono sempre, mentre le questioni hanno una complessità tutta loro.
In quanto alla posizione dei Cattolici, storicamente abominevoli sia con gli Ebrei sia coi Mussulmani, ho letto ieri quasi con commozione la lettera con la quale il neo Cardinale Pier Battista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme, ha indetto una mobilitazione di preghiera.
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