I pezzettini di Delia dentro di noi
di Mara Gasbarrone---21-11-2023
Per le poche e i pochi che non l’avessero ancora visto, Delia è la protagonista del film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani”. Vittima designata di un marito brutale.

Ma solo vittima? A me non pare proprio. Non perché la famiglia le offra chissà quali spazi di autodeterminazione, ma perché lei ostinatamente riesce a ritagliarseli, con una specie di “doppia vita”. Anzitutto i soldi, fondamento essenziale di ogni libertà. Dei pochi soldi che Delia si guadagna coi tanti lavoretti, ne nasconde una parte non piccola in fondo al cassetto della macchina da cucire, inizialmente per il corredo della figlia, e poi – una volta fallito il progetto matrimoniale - per farla studiare. Matrimonio che proprio Delia farà fallire, dopo essersi accorta che, dietro all’apparenza mite e gentile, il fidanzato nascondeva l’eterna anima maschile del controllore/dominatore/padrone.

Una Delia che è capace di trovare appoggio non solo nell’alleanza con l’amica Marisa, ma anche con l’amico meccanico e con l’americano della Military Police. E che è capace di abbandonare freddamente il suocero, ormai cadavere, per inseguire testardamente il suo progetto di andare a votare (anche se lo spettatore è indotto a credere nella fuga d’amore).
Una protagonista non solo vittima, dunque, ma non rassegnata, tenacemente combattente, per la figlia e anche per sé stessa.

Ma veniamo al titolo, che ho ripreso da manginobrioches , il fortunato blog su Huffington Post di Anna Mallamo, la giornalista responsabile delle pagine culturali della Gazzetta del Sud.
Anzitutto, quante Delia si celano ancora fra di noi? A occhio, almeno quel 40% di donne che non ha un conto corrente intestato a sé stessa. In Francia, come abbiamo raccontato, hanno vietato ai datori di lavoro di versare la retribuzione alle lavoratrici su un conto corrente non intestato direttamente a loro. A mia madre ragazzina, veniva il padre ad intascare lui la paga. E quante donne sanno gestire i soldi che hanno, se li hanno?

Infine, quanti pezzetti di Delia rimangono dentro di noi? Quanto ci ha rovinato la vita, a noi donne del XXI secolo, l’aver avuto una madre, o una nonna, con una vaga parentela con Delia? Parecchio, inevitabilmente. Madri remissive, rassegnate, senza ambizioni, con le quali era difficile identificarsi, che ci hanno trasmesso insicurezza, nei rapporti lavorativi e in quelli affettivi, incapacità di chiedere e di ottenere quanto ci spettava, sul lavoro e nella vita. E’ doloroso guardare indietro, ma forse – proprio per andare avanti – qualche volta tocca farlo.