La recente, inedita, straordinaria mobilitazione di ragazze e ragazzi
di Alberto Galanti---07-12-2023
Al pari di altri miei coetanei ancora tenacemente disponibili alla partecipazione attiva nella vita politica e sociale, al punto di continuare a manifestare in piazza per le cause che riteniamo giuste, mi sono chiesto: perché l'omicidio di Giulia Cecchettin ha avuto un risalto mediatico di tale portata da essere riuscito a far breccia nella bolla informativa in cui si chiudono le ragazze e i ragazzi, poco inclini a uscire dal loro mondo 'esclusivo', a scuoterli emotivamente e a spingerne centinaia di migliaia a mobilitarsi?
L'uccisione di una donna da parte del suo partner o ex partner, risoluto a considerarla una sua proprietà privata da difendere fino alla morte, è un fatto che si verifica con frequenza. Su tale fenomeno, a parte rare eccezioni, si possono leggere molte analisi che si somigliano. La stampa se ne occupa di solito dal giorno della denuncia della scomparsa della vittima fino a qualche giorno dopo i suoi funerali. L'intensità con cui se ne occupa dipende dalle reazioni che riesce a suscitare nelle persone. Una reazione che cresce col grado di immedesimazione con la vittima o, meglio, con la 'descrizione pubblica' che se ne fa. Giulia ha 22 anni ma dalle foto sembra che ne abbia anche meno. Racconta alle amiche che il suo ragazzo è patologicamente possessivo e la ricatta emotivamente. Giulia non si trova bene con lui ma continua a frequentarlo perché lui le ha detto che se lo lascia si farà del male. La dinamica scatenante è completamente diversa dalle altre. Di solito vengono uccise donne che hanno 'osato' separarsi o sono ritenute infedeli dal loro assassino. Nella testa dei teenager scatta qualcosa. Questo non è il solito scontro di coppie adulte prodotto da anni di incomprensione, a volte di violenze domestiche e, per la donna che tronca il rapporto, di convivenza non più sopportabile. Di questo ne sentono parlare, ne sono a volte testimoni diretti ma non vi si identificano. Quella di cui Giulia ha finito per essere vittima è una relazione affettiva non molto diversa da quelle che vivono loro, totalizzanti per un periodo più o meno lungo almeno per uno dei due, anche se non al punto di arrivare a essere emotivamente patologiche. Secondo me è per questo che, sia le ragazze che i ragazzi, hanno potuto identificarsi con Giulia e hanno compreso i suoi sentimenti di ragazza protettiva del compagno, incapace di vedere che i rischi era lei a correrli.
È qui che nasce dirompente la loro esecrazione e la loro rabbia. Un'esperienza formativa 'extracurricolare' destinata a durare nella loro testa. Unica conseguenza positiva di questa tragedia.