La debolezza della sinistra sta nelle scelte che sta facendo
di Alberto Galanti---07-01-2024
LINKIESTA.IT ha pubblicato un articolo con questo titolo: Renzi sarebbe l’avversario più difficile per Meloni, se scegliesse il centrosinistra. L'ho inserito nella nostra rassegna di oggi.
Personalmente ritengo che il verbo 'scegliere', contenuto nel titolo, spieghi perché l'analisi politica, apparentemente logica, tradisca in realtà una forzatura grave.
E' vero che Renzi dimostra con i fatti di essere un avversario politico in grado di battere Giorgia Meloni in un confronto pubblico. Lo aveva già riconosciuto e ben spiegato, il giorno prima, Stefano Folli col suo articolo su La Repubblica, citato da Lavia.
Ma questa sua forza dialettica deriva da motivi non banali. Innanzitutto 10 anni di esperienza di amministrazione di una città come Firenze e della sua Provincia. Poi Presidente del Consiglio del quarto governo più longevo della Repubblica. Renzi sa bene quanto sia difficile governare sistemi complessi. Si è reso conto di come ci sia l'assoluta necessità di coraggiose riforme strutturali capaci di rivitalizzare una democrazia indebolita, causa e non effetto del successo delle destre e dell'astensionismo. Sa quanto serva coraggio nell'assumersi, in situazioni difficili, la responsabilità di scelte necessarie che finiscono sempre per scontentare qualcuno. Questa esperienza lo fa essere capace di criticare con cognizione di causa chi amministra o governa, accompagnando sempre la critica con proposte alternative e relative coperture finanziarie. Ma è una critica che, pur non facendo sconti, rispetta i ruoli degli avversari eletti dai cittadini. Si chiama cultura di governo. Sottintende la consapevolezza che per governare serva un ampio consenso, evitando di ricercarlo promettendo cose irrealizzabili o realizzate scaricandone i costi sulle nuove generazioni. Sottintende però anche la capacità di muoversi con una visione politica di medio e lungo termine che tenga in debito conto le sfide del mondo all'Europa, rifiutando la politica miope basata sui sondaggi o la comoda e stabile posizione all'opposizione. Comoda perché garantita dal voto fedele di uno zoccolo duro di elettori sufficientemente numerosi da far ottenere un po' di seggi a prescindere dai risultati ottenuti. In Aula gli eletti dovranno solo ripetere frasi ad effetto scelte nel breviario dell'oppositore pigro e furbacchione. Per molti dei loro elettori purtroppo è più che sufficiente per sentirsi rappresentati.
Fatta questa premessa diventa chiaro perché Renzi è l'avversario più difficile per la Meloni. Capace di riconoscere sempre, se lo ravvisa, ciò che per lui è positivo nell'azione e nelle proposte degli avversari, è portatore nei loro confronti di una critica serrata, circostanziata, articolata, propositiva, costruttiva, leale ma inoppugnabile per loro. Giorgia, al contrario, è una politica di lungo corso scaltra, reattiva e spudorata, con una modestissima esperienza di governo e una squadra penosa, con rare eccezioni messe però in condizioni di non poter lavorare. Il modo di Renzi di fare opposizione la sinistra non lo sopporta e non lo vuole a fianco.
Detto questo, ammesso che Renzi sia così incoerente da 'scegliere' di allearsi strumentalmente con PD, M5S e AVS, è pensabile che costoro lo eleggano a rappresentarli in un confronto pubblico con la Meloni? Che Renzi sia per questa sinistra un'esperienza da cancellare è chiaro o no? Mi chiedo come abbia potuto linkiesta.it avventurarsi in un'analisi spericolata, partendo da un'ipotesi del genere.
Ciò non toglie che il sito e l'autore continuo a stimarli e a considerarli tra le migliori fonti che abbiamo per la nostra rassegna stampa quotidiana.