E'una cultura di governo ormai chiara
di Rosy Ciardullo---09-01-2024
Mi vado chiedendo se siamo vicini o no a quel punto di caduta che possa indurre la Presidente Meloni a prendere atto di dover disinnescare l’attitudine dei suoi sottosegretari, ministri e amici, ad agire al di fuori della legge e dell’opportunità politica, visto che stanno offrendo al Paese la rappresentazione plastica di come si governa senza tener conto delle regole di uno stato di diritto. Siamo arrivati all’adunata militare col braccio teso, un ultimo atto sdoganato da un governo certamente protettivo ed amico. Dopo l’episodio già grave dell’attacco alla CGIL.

Abbiamo superato il reato di apologia di fascismo (Legge Scelba - 1952)? Mi sento di dover dare ragione a Bersani quando afferma che siamo già abbastanza nei guai.
Non c’è più melina. Meloni tace. Il nodo è politico e connaturato strettamente alla cultura politica dei partiti della maggioranza: Fratelli d’Italia e Lega. Forse non ce ne siamo accorti ma la loro azione politica d’assalto alle leggi e alle istituzioni, è il fulcro del loro concetto di egemonia culturale che proiettano in tutte le direzioni alla conquista di maggiori spazi d’azione. E’ un’energia squadrista che si sprigiona e si indirizza oltre che alla conquista delle leve di comando anche agli altri gangli dell’amministrazione dello Stato. Si concretizza nell’occupazione tout court di tutti i punti apicali del comando (non governo) dalla RAI alle aziende, e negli atteggiamenti dispotici e arroganti segnalati dalla stampa costantemente. Diventata insieme alle associazioni, la vera opposizione militante nonostante gli eccessi del circolo mediatico. Ogni vicenda viene coperta e superata dalla rozzezza di quella successiva.
Non possiamo essere convinti che si possa indurre questo governo a rispettare le regole democratiche, perché non si può spremere il succo da una pietra, dove il succo non c’è mai stato.

Anche il caso Pozzolo con annesso lo sparo con una pistola di piccole dimensioni, quasi un piccolo trofeo da cui non ci si può separare neanche la notte di Capodanno, la dice lunga su culto delle armi, sul fascino della difesa fai da te e sulla retorica dell’offesa, che alligna da quelle parti. Fin troppo teorizzata ma poi finalmente agita. E’ un modo di vivere che fa chiarezza sul rapporto che hanno con gli altri. Che è nelle corde di quella cultura politica e che appena può, si manifesta.

E’ molto grave che non tengano assolutamente in conto l’art. 54 della Costituzione che impone disciplina e onere per i ruoli apicali che svolgono un ruolo istituzionale.
Tutta la compagine governativa, la cosiddetta classe dirigente, opera in una condizione di manifesta incompetenza, spesso di dubbia legalità, oltre che del non rispetto per i regolamenti parlamentari. Se guardiamo agli ultimi fatti accaduti in questo anno di governo troviamo una sequela di vicende che raccontano tutto questo: il caso Del Mastro, Santanchè, Lollobrigida, Sgarbi, Verdini/Anas, il caso Pozzolo.
Oltre agli attacchi diretti di Meloni alla blogger Ferragni (vicenda incresciosa) e a Saviano, perché hanno osato contestarla, ma mai una parola di richiamo netta sui fatti commessi dai suoi sodali.

Un atteggiamento di lesa maestà che lo storico, Alessandro Barbera, nelle sue utili lezioni, ascriverebbe ad una malriposta idea, racchiusa nella storia, di investitura divina delle più alte cariche dello Stato, parliamo di monarchi ovviamente, travolti miseramente dalle rivoluzioni del 1700 (Francia e America).

E’ colpa delle opposizioni se siamo arrivati a questo? E’ perché marciano disunite e poi colpiscono disunite? Certo, il governo trova praterie e porte spalancate.
Ma questo è solo la crosta, la parte superficiale della questione. Al fondo c’è un sentiment che orienta il governo, profondamente anticostituzionale, antirepubblicano e antidemocratico. Che strizza l’occhio alle autocrazie. Che si potrebbe definire lo spirito del tempo (come è stato già denominato) a livello mondiale. Sono al governo per attivare meccanismi di strozzatura dell’altra parte della società in disaccordo con loro. Lanciando sempre il sasso e nascondendo miseramente la mano.