Un'atrocità resa ancora più atroce da un'odiosa polemica trascinata per decenni
di Alberto Galanti---23-03-2024
Sono trascorsi 80 anni dall'eccidio delle Fosse Ardeatine. La strage nazista compiuta a Roma il 24 marzo 1944, come rappresaglia dell'attentato partigiano di via Rasella, in cui il giorno prima erano morti 33 tedeschi. Dall'8 settembre del 1943 i nazisti, con la zelante collaborazione dei fascisti, minacciavano, terrorizzavano, imprigionavano, torturavano e assassinavano antifascisti e semplici sospettati. Il 16 ottobre 1943, 1023 ebrei romani erano stati rastrellati e deportati direttamente al campo di sterminio di Auschwitz. L'azione partigiana, attuata il 23 marzo del '44, doveva servire a dare ai romani il segno che una resistenza attiva c'era. Rabbiosa e immediata fu la reazione del Führer: uccidete 10 italiani per ogni tedesco. Il giorno dopo 335 persone (5 in più), caddero sotto il piombo nemico. Provenivano da ambienti diversi: alti ufficiali e ambulanti, operai e intellettuali, commercianti e artigiani, un prete, 75 ebrei. Tra loro c'erano apolitici, socialisti e azionisti, monarchici, liberali e comunisti.
Già pochi giorni dopo la strage delle Ardeatine si sollevò tra la popolazione una violenta polemica, orchestrata dai fascisti contro i partigiani. La tesi era: l'uccisione dei tedeschi era stata illegittima e inutile e poi se gli autori si fossero consegnati ai tedeschi forse la strage si sarebbe potuta evitare. Questa polemica si trascinò per molti anni dopo la Liberazione, anche per l'effetto del clima politico condizionato dalla guerra fredda. Noi miltanti della sinistra spesso ci trovavamo a dover spiegare a tanta gente che quell'azione partigiana era un atto di guerra contro la spietata occupazione criminale nazista e non un inutile attentato di chi colpiva e poi si nascondeva lasciando che gli altri pagassero per lui. 'Pure la medajia j'avete dato' era la frase più scontata e odiosa che ci sentivamo rivolgere anche da gente semplice, in buona fede.
Questa polemica insopportabile iniziò a spegnersi a partire dal 1999, anno di pubblicazione del libro L'ordine è già stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria scritto dello storico Alessandro Portelli. L'accurata e documentata ricostruzione di quelle giornate, realizzata dall'autore, ha consentito di chiarire definitivamente che la notizia dell'atto di guerra e dell'ordine di rappresaglia (fucilare 10 comunisti-badogliani per ogni tedesco ucciso), venne resa pubblica solo dopo l'eccidio, come attestava la frase lapidaria conclusiva: 'Quest'ordine è già stato eseguito'. Il comunicato era stato diramato dall'agenzia fascista STEFANI e pubblicato su Il Messaggero del 25 marzo 1944. Eccone una copia: