il progetto 'Starway to the Future' della Ernst Young (EY)
di Simonetta Rossi---24-03-2024
In questi giorni si è concluso, promosso dalla nostra Associazione per il quarto anno consecutivo, il progetto PCTO 'Starway to the Future', realizzato dalla società Ernst Young con gli studenti di cinque Istituti Superiori di Roma (Dante, Bruno, Gioberti, Newton, Righi) in cinque incontri: quattro presso l'Aula Magna del Liceo Righi, l'ultimo presso la sede dell'EY.
Le tematiche affrontate sono state quelle che l'EY ha sempre ritenuto fondamentali per la vita dopo il diploma e/o la laurea degli studenti. Le formatrici dell'azienda hanno offerto una panoramica sulle opportunità di formazione e di lavoro che il nostro Paese e l'Europa offrono ai giovani, illustrando le probabili nuove professioni del futuro, individuabili nella green economy, nei campi della salute, dell'intelligenza artificiale, del digitale, della gestione dei dati ecc. Interessante è stato l'excursus sull'importanza delle soft skills, in parallelo con le competenze tecniche, su cui forse gli studenti non sono spesso invitati a riflettere: capacità di prendere decisioni, di gestire le priorità, di collaborare, di ascoltare, di usare la tecnologia e così via. Attraverso giochi di ruolo gli studenti hanno potuto scoprire le proprie hard skills ('saper fare') e le human skills ('saper essere') cioè i propri talenti, quali mettere in evidenza, quali eventualmente offrire a un possibile datore di lavoro.
Sono stati poi forniti spunti su come scrivere il proprio curricolo, sulla migliore modalità per presentarsi nel mondo del lavoro, sugli stili comunicativi e, di conseguenza, sulla comunicazione efficace. Anche qui, attraverso giochi di ruolo, gli studenti hanno potuto scoprire aspetti della propria personalità, delle modalità con cui si confrontano con gli altri, degli errori che possono commettere involontariamente nella comunicazione e nell'accettazione del prossimo.
Nel quinto incontro presso l'EY i ragazzi, divisi in gruppi, hanno lavorato su un progetto intorno a un valore scelto da loro stessi (inclusione, transizione ecologica), che illustrasse di conseguenza in che modo, all'interno di un'azienda o di una comunità, è necessario modificare le strutture, le modalità lavorative, i trasporti per realizzare l'obiettivo individuato.
Alla fine dei lavori gli studenti sono stati guidati a conoscere gli spazi lavorativi dell'EY, e soprattutto le otto stanze che costituiscono la Wave Room, progettate da architetti e psicologi. In ognuna di queste si possono riunire gruppi di lavoratori della stessa azienda o di altre realtà. In alcune si sperimentano le neurotecnologie attraverso strumenti che, indossati, registrano le tensioni, le performance di ciascuno - ad esempio attraverso la soluzione di difficili indovinelli -, l'attenzione visiva, la scoperta di pregiudizi inconsci. Altre stanze stimolano la creazione di idee e la partecipazione di tutto il gruppo: nella stanza degli specchi si scrive su di essi in modo che tutti possano vedere le idee degli altri; in altre alcuni strumenti a muro o che calano dal soffitto con monitor su tutta la loro circonferenza, favoriscono la comunicazione e aumentano le energie dei partecipanti. L'ultima stanza, con pareti mobili, tavoli e sedie che possono essere disposti a seconda delle necessità, offrono spazi adatti alla discussione e alla raccolta delle idee emerse.
Insomma: il futuro è già qui.