La fine della favola italiana
di Giulio deMartino---03-04-2024
Scrisse Alessandro Manzoni: «Il nostro Abbondio, non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno, s'era dunque accorto, prima quasi di toccar gli anni della discrezione, d'essere, in quella società, come un vaso di terra cotta, costretto a viaggiar in compagnia di molti vasi di ferro». I 'Promessi sposi' - come 'Pinocchio' di Collodi - contengono, ancora oggi, i fragili archetipi dell'immaginario nazionale italiano: una Nazione mediocre, imbelle, ma anche tronfia e impertinente, come ha mostrato la triste avventura del Fascismo: «Ardisco, colpisco, me n'infischio». I grandi leader politici del passato italiano - Mazzini, Cavour, De Gasperi - hanno sempre guardato al di fuori dei nostri confini geografici e politici. Oggi va di moda il papismo di sinistra che, insieme, al nazionalismo gastronomico di destra, ci fa sedere alla mensa del G7. Fratelli d'Italia - dopo la rapida morte del campanilismo leghista - mette in scena l'agonia dell'ultima cultura politica repubblicana - quella missina - ed è l'Hospice del nazionalismo italiano.

Renzi e Bonino (Intervista a Matteo Renzi), invece, con la lista 'per gli Stati Uniti d'Europa', rilanciano il tema e il progetto che furono fondativi sia del regno che della repubblica: Italia bandiera tra le bandiere, pronta a diventare una stella nel cielo della comunione europea. La cultura transnazionale - ricordava Pannella - non è l'ideologia del momento ma l'epistemologia del futuro.