Dica trentatré!
di Carlo Corridoni---03-05-2019
Parlano di scuola? Di scuola non ancora ma, intanto, discettano di educazione e di disciplina. Di educazione 'civica' - ci mancherebbe! - e di 'disciplina': non la disciplinarità degli apprendimenti ma quella dei richiami e degli ammonimenti. Sicché il governo gialloverde di grazia e giustizia risparmia ai bimbi le annotazioni sul comportamento ma richiama i più grandicelli alla beneducazione in fatto di osservanze istituzionali.
Che già esista un insegnamento denominato - per esempio, negli istituti tecnici - Storia, cittadinanza e Costituzione a nessuno viene in mente di verificare, nelle indicazioni nazionali o nelle linee guida ormai di decennale memoria!
Il fatto è che 'lorsignori', direbbe Fortebraccio, per dar seguito alle promesse estorte dai sindacati della scuola, devono continuare a raschiare il barile, lasciando intravedere qualche spezzone di cattedra a nuovi e vecchi precari da sistemare in qualche modo.
Trovare spezzoni in una scuola già a pezzi non dovrebbe essere difficile, e così prevedo che altre pezze saranno messe a soccorso dei tanti postulanti già allertati. La Storia dell'arte? Altre trentatré ore l'anno! La Musica? Trentatré! La Geografia? E fa novantanove! Ma l'Etica? Dico l'Etica, in questo momento di corruzione apicale, dove la mettiamo? Trentatré all'Etica, poi all'Ecologia economica, quindi all'Economia ecologica, all'Arte del Consumo e del Rifiuto, alla Meditazione trascendentale applicata.
La Scuola è ammalata? Dica solo trentatré e guarirà subito: senz'altra cura!
Al principio, le trentatré ore l'anno non si negheranno a nessuno e, vedrete che le 'nuove discipline' in fila formeranno ben presto una coda che invaderà finalmente il tempo pieno: per soddisfare la bramosia disciplinar-didattica, scopriranno il tempo pieno che più pieno non si potrà.
Avremo anche teste ben piene di questo e di quello, e con buona pace di quell'altro, che proprio non ci sarebbe entrato. Per contentare tutti, provvederanno con la RDI: Rotazione delle Discipline Inutili. Chissà?
Non per nostalgia della riforma tentata da Luigi Berlinguer, ora so solo che il primo atto del governo Berlusconi subentrante ad Amato consistette nella sua abrogazione; poi l'incompetenza dei politici addetti, evidenziata a partire dallo slogan delle tre I (Inglese, Informatica, Internet) fino al taglio drastico delle ore dell'ultima Tremonti-Gelmini.
Ricordo un sottosegretario all'Istruzione che, appena insediato il governo Berlusconi, in un discorso all'Accademia dei Lincei, presente - e sotto accusa - l'ex ministro Luigi Berlinguer con altri dotti cattedratici, intervenne, dapprima scusandosi per l'impreparazione all'inaspettata nomina, concludendo pressappoco così: 'quindi ho poco da dire, ma piuttosto che niente è meglio più tosto'. In quell'aula, dove erano risuonate le parole di Marconi, di Fermi e di Montalcini, ora echeggiavano le battute da caserma del berlusconismo trionfante.
Forse quel politico ignorava in quel momento di chiudere un'era: erano maturi i tempi del celodurismo leghista, la stagione dell'orgoglio incompetente, adesso in pieno rigoglio.
Fu un outing coraggioso e vincente, se oggi tutti possono dire: 'Se lui sì, perché io no?'.