L'ora difficile dei francesi
03-07-2024
Nel clima elettorale francese, fra i centristi del Presidente Emmanuel Macron e il Fronte di sinistra, è nato un patto di desistenza per bloccare il passo a Rassemblement National. Sono già oltre 200 i candidati ritirati per lasciare il campo a quelli che hanno più possibilità di essere scelti dagli elettori. L’ipotesi che l’unione di centristi e sinistre possa funzionare preoccupa non poco RN. Un’alleanza che risulta ovviamente poco convincente dopo gli strali lanciati da Macron contro gli alleati di sinistra, fino a qualche giorno prima.

I francesi si avviano al rush finale di domenica 7 luglio. Hanno votato il 65% degli aventi diritto, un risveglio trasversale importante. Il Fronte popolare ha avuto successo soprattutto tra i giovani entro i 24 anni (48%) che temono derive di attacchi ai diritti civili e mostrano di non credere a promesse difficili da mantenere da parte delle destre. Oltre i 35 fino a 59 anni hanno preferito Marine Le Pen, oltre i 70 hanno votato per repubblicani e liberali. Il rigurgito questa volta è forte e la preoccupazione di lasciare spazio è reale. Ci sono persone che si mobilitano più di altre e qualche volta può sembrare che il sentimento laico e repubblicano s’ intorpidisca e sembri svanire: ma poi c’è la rimonta degli anticorpi di cui dispone la democrazia che si riattivano all’improvviso per cercare di evitare il disastro.

Il doppio turno offre al campo repubblicano liberale un’altra chance per non finire nelle spire del RN, ma Marine Le Pen (33,1%) e Jordan Bardella sono sicuri di vincere: dicono di avere già i ministri. Macron (20%) vive il suo ridimensionamento e vorrebbe evitare lo stravolgimento della Francia e dell’Europa, Jean Luc Melénchon (28%) spinge a votare per i candidati più competitivi e capaci, valutando collegio per collegio.

La sinistra francese, guidata da Mélenchon, paga la deriva estremista antisemita che sicuramente ha allontanato molti dal voto. È forte il convincimento che l’antisemitismo di France Insoumise assomiglia a quello della destra e che la scelta di stare dalla parte dei palestinesi senza comprendere anche la situazione di Israele, non modera il sentimento antisemita. Una situazione paradossale che ha disorientato l’elettorato. In Francia ci sono molti musulmani (quasi sei milioni) e la tensione per Gaza è forte mentre gli ebrei non si sentono più al sicuro.
E’ emerso, attraverso il voto, anche l’umore ostile che si percepiva nelle grandi manifestazioni popolari che hanno scosso la Francia, per la riforma sulle pensioni, la riduzione dei sussidi di disoccupazione, e in generale l’indebolimento di alcune tutele, anche sanitarie.
Desistere dai distinguo, al momento, sarebbe quanto di più ragionevole possa fare l’alleanza di sinistra e i centristi. Il vento sull’altra sponda soffia forte verso promesse che non riusciranno a mantenere, ma proprio per questo, il controllo sull’opinione pubblica, in caso di vittoria, attraverso il controllo dell’informazione, si rivelerà importante.