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Dopo Gaza, anche la Siria
03-12-2024 |
Israele, Turchia, Iran e Russia continuano a scontrarsi rumorosamente e miserabilmente per mantenere aree strategiche e difendere interessi politico -militari in Medio Oriente. Con la possibilità di rafforzare eventuali posizionamenti in ambito internazionale. Finchè una di queste potenze regionale non prenderà il sopravvento ed estenderà la sua egemonia nell'area , la guerra non avrà mai fine. In Siria, dall'apertura delle ostilità, sono già morte oltre 500 persone. Il problema dei problemi, e cioè il destino tragico delle popolazioni coinvolte, continua ad essere solo un effetto collaterale. La destabilizzazione è iniziata con la guerra in Iraq, il conflitto ormai , nei paesi colpiti, ha assunto carattere endemico e molto intenso a partire dal 7 ottobre 2023. Si moltiplicano le fazioni, e i gruppi jiadisti con la complicità della Turchia sono riemersi per sostenere l'attacco filo-turco in Siria. Accanto agli islamisti combattono paradossalmente anche i curdi, acerrimi nemici di Erdogan. In questa fase, il puparo è Recep Tayyip Erdogan, il presidente turco, che vuole trarre vantaggio dall'attacco alla Siria per costringere Bashar al-Assad, presidente siriano, a riportare i profughi, quattro milioni e mezzo, in patria. La loro presenza in Turchia crea problemi di concorrenza economica e commerciale tra siriani e turchi e causa calo di consensi al presidente. Il respingimento verso l'Est della Siria potrebbe creare un cordone sanitario contro i curdi che sono l'incubo del sultano turco, che vorrebbe ottenere questo risultato senza interromper i rapporti con Damasco, dati i buoni rapporti con Mosca e Teheran. Ma i gruppi ribelli che sono forze locali, a loro volta, non desiderano avere sul loro territorio iraniani e russi. e per questo vogliono la caduta di Assad sostenuto da Putin. Il momento per colpire la Siria, da parte del fronte filo-turco, è avvenuto subito dopo il raffreddamento della guerra tra Libano e Israele, per evitare che, se anche Hezbollah, sciita, è indebolito dalla guerra contro Israele, possa intervenire in difesa di Assad, che gode del pieno sostegno di Russia e Iran. Due potenze che non rinunciano, a loro volta, a porzioni di territorio nell'area utili a mantenere postazioni aeree e militari e per controllare il movimento dei profughi ai confini. Intanto le forze anti-Assad che comprende anche gli islamisti della fazione Hts-Hayat Tahir al-Sham, puntano ad entrare nella città di Hama e anche di Homs, per arrivare a Damasco. La Siria intera rischia la sottomissione alla sharia. Più che ad un cessate il fuoco tra Libano e Israele, assistiamo all'apertura di un altro conflitto in Siria, che ha già patito 500 mila morti nel 2011 al tempo della rivoluzione araba, 12 milioni di persone costrette a fuggire e 5 milioni di sfollati nei paesi confinanti. Il popolo chiedeva la caduta di Assad e l'avvio di riforme. ![]() |