Putin non vuole trattare, gli altri non stanno a guardare
17-05-2025
Sono affiorate in modo netto, anzi si sono già cristalizzate, le posizioni della Russia sulla fine della guerra contro l'Ucraina. Quella verità che fino a qualche giorno fa sembrava avvolta da incertezze interpretative e convinzioni mal celate sulla fine della guerra, si è svelata definitivamente. Lo stesso vale per il Capo del governo israeliano, Benjamin Netanyahu che, mentre il Presidente americano, Donald Trump, conclude affari con il Qatar, gli Emirati Uniti e con l'Arabia Saudita magari volendo far rientrare negli Accordi di Abramo (2020) la nascita di uno Stato palestinese, continua con accanimento a realizzare lo sterminio dei palestinesi non accettando di sfamare neanche quelli ancora in vita.

L'altra questione si registra in Europa, ed è la ritrovata unità del fronte dei volenterosi. Francia, Regno Unito, Germania e Polonia, con il beneplacito degli USA, tutti risentiti dalla diserzione del Presidente russo, contrario alla cessazione della guerra in Ucraina, hanno espresso contrarietà, in particolare Macron, contro Putin per non aver accettato alcuna richiesta dei leader mondiali di incontrarsi per trovare soluzioni pacifiche e convenienti nei colloqui di Kiev, Istambul e Tirana.

L'azione politica di Trump,sul panorama internazionale, è una novità assoluta, non ricorda alcuna categoria conosciuta nel diritto internazionale, né dal punto di vista diplomatico né delle transazioni economiche tangentiste. Così non potendo sciolgliere in alcun modo le rigidità che si frappongono per una risoluzione delle due guerre in corso, ha preferito muoversi in viaggio d'affari accompagnato dai padroni- grandi elettori delle big tech. Tali modalità hanno scomposto gli equilibri delle relazioni internazionali che, va da sé, avranno come ricaduta l'annientamento di ogni principio morale e un senso di smarrimento che condizionerà molto i giovani e non solo quelli americani. La posta è un sistema futuro distopico e irrazionale.
Il Presidente americano si muove sul terreno a lui più congeniale, quello del business. Ma non essendo un uomo di pace , si rifugia e si mantiene fedele ai suoi valori personali, associando agli affari i rapporti di forza che attiva appena può.
Ha attirato alla sua corte perfino l'Iran con cui si sta accordando per un patto nucleare, ha stabilito rapporti personali con il presidente siriano Al Jolani eliminando le sanzioni e la sua reputazione di terrorista, anche con Hamas ha contrattato la liberazione dell'ostaggio. Tutto sta passando sulla testa della Russia, di Israele ed anche della Cina.
Nel Trump - pensiero, Ucraina, Europa e Palestina , non hanno sufficiente forza (non hanno le carte) per opporsi e intimorire Putin e costringerlo a far cessare la guerra. Dal suo punto di vista, la fine della guerra potrà avvenire solo quando le forze in campo si equivarranno: giustizia e diritto non sono previsti nella sua grammatica.
Tutto questo ha prodotto il rafforzamento di un impegno congiunto tra i paesi europei: il tedesco Merz, il polacco Tusk, il francese Macron e l'inglese Starmer , insieme a Zelenski, considerando inaccettabie l'atteggiamento di Putin, sono decisi a continuare a lavorare insieme per possibili soluzioni per la difesa comune europea, di cui si è argomentato al vertice dell'E5 a Roma, che ha visti riuniti i Ministri della difesa di Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Polonia. Inoltre la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a Tirana, ha elencato il nuovo pacchetto di sanzioni verso la Russia che avranno l'obiettivo di colpire le aziende che finanzieranno la ripresa dell'attività estrattiva del gasdotto Nord Stream e il settore finanziario russo. Un progetto che secondo il Segretario generale della Nato, Mark Rutte, mira a creare pressione su Putin e un sentiment di accerchiamento che non potrà a lungo ignorare.

Trump intanto è tornato in patria dopo aver razziato le terre rare e i minerali degli ucraini, un bottino di 600 miliardi di dollari dall'Arabia Saudita e un boeing dal Qatar del valore di 400 miliardi di dollari. Tutto a beneficio della sua famiglia e dei suoi sostenitori e influenzer. Gli americani tireranno la cinghia per gli effetti dell'inflazione e la disoccupazione a seguito dei licenziamenti. Le università e i media sono sotto attacco e le deportazioni colpiscono anche cittadini americani che non hanno commesso crimini.

In questo vasto e febbrile panorama di incontri e novità internazionali, l'Italia risulta assente. Neanche un accenno ad eventuali incontri diplomatici con Ursula von der Leyen con la quale la Presidente Meloni vantava uno stretto rapporto personale. Meloni con tutta evidenza persegue il suo obiettivo che sicuramente non sarà più quello di fare da ponte tra USA ed Europa perchè fallito, ma di continuare a costruire la sua storia politica all'interno dell'Europa sovranista verso dove la porta il cuore, con tutte le forze della estrema destra con cui è intimamente connessa. Solo apparentemente ispirata e costretta dall'atteggiamento eversivo di Salvini verso Fratelli d'Italia. Il progetto potrebbe andar bene per lei ma non per il Paese, al momento, fortemente isolato in particolare dal gruppo dei volenterosi, soprattutto da Macron, col quale si è consumato l'ennesimo disappunto stizzoso.