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Auto-centrismo tricolore
02-12-2025 |
Nel 2024, l’anno in cui a Parigi le biciclette hanno superato le auto nella quota di spostamenti quotidiani, in Italia c’erano 70,1 vetture ogni 100 abitanti (compresi neonati e centenari, che di solito non guidano): è la prima volta in cui abbiamo scollinato la soglia psicologica dei 70 veicoli. In totale abbiamo 41,3 milioni di auto, di cui 10 milioni sono fino a Euro 3. L’Italia è saldamente il Paese più motorizzato dell’Unione europea, con un numero di auto ogni 100 abitanti superiore di 12 punti rispetto alla media dei Ventisette e di oltre 10 punti rispetto a Francia e Germania. Situazione che non smette di peggiorare: basti pensare che nel 2000 c'erano 'solo' 57 auto ogni 100 abitanti, contro i 70 di oggi. Macchine che restano ferme, parcheggiate, per il 93-95 per cento della giornata. Stando all’Aci (Automobile Club d’Italia), nel nostro Paese ci sono anche 3,6 milioni di auto in stato d’abbandono (quasi il 10%). Pensiamo a quale vantaggio in termini di velocizzazione del traffico deriverebbe anche solo dall'eliminazione dele auto abbandonate, per non parlare dei milioni di euro 3. E mentre si discute se a Roma servano a no le zone 30, nel 2025 le auto hanno viaggiato a un media di poco superiore ai 20 chilometri orari, e Roma è sempre più trafficata: nel 2025 ogni romano ha perso 76 ore nel traffico. Eppure, qualche pallido segno di ottimismo non manca, che giustifica in parte il titolo del report Isfort, 'Eppur si muove'. Tra gli under 24 la quota dei patentati è passata dal 19,7 per cento del 2014 al 18,2 per cento del 2024, ma nella fascia 25-29 anni la riduzione è ancora più decisa: dall’84,9 per cento al 77,4 per cento. La crescita della bicicletta, un mezzo che nella prima metà del 2025 ha superato per la prima volta in Italia la soglia del 5 per cento (5,2 per cento) sulla quota totale di spostamenti. Le piste ciclabili sono cresciute del 40 per cento (dato 2023) rispetto al 2015. Il Rapporto dell'ISFORT (Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti, collegato alle Ferrovie dello Stato), è stato ripreso da un articolo di Fabrizio Fasanella su Linkiesta.
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